Apre lo spaccio della Caritas

Lunedì 24 Settembre 2018
Apre lo spaccio della Caritas
L'INIZIATIVA
PORDENONE La Caritas apre l'Emporio della solidarietà in Largo San Giovanni, nel cuore del centro storico cittadino. Succederà entro Natale, con una sorta di spaccio destinato a distribuire cibo e bevande alle famiglie più povere, non soltanto pordenonesi. Ma attenzione: non è una mensa. Per ottenere i generi di prima necessità bisognerà possedere una tessera della spesa. Un prerequisito necessario, da definire attraverso le opportune verifiche curate dai responsabili del Centro d'ascolto diocesano e dall'ampia rete di parrocchie che alla Casa della Madonna Pellegrina fa riferimento.
GESTIONE
L'idea che sta a monte del progetto è chiara: si vuole sviluppare un vero e proprio negozio alimentare di buon vicinato, gestito in forma sinergica da Caritas e Fondazione Buon Samaritano. Il modello d'intervento è concettualmente analogo a quello che regola l'efficace azione, ormai pluriennale, del Fondo diocesano creato dai sacerdoti con le loro entrate. In sintesi: prima la commissione centrale e quelle territoriali valutano nel dettaglio le singole situazioni di bisogno, poi erogano l'aiuto. Con criteri analoghi verrà concessa la card. Serviranno poi diversi volontari per esporre sugli scaffali cibo e bevande, garantire l'attività di cassa, pianificare i cicli di forniture, seguire i filoni di promozione e sensibilizzazione della struttura. Se ne stanno occupando, sempre in Caritas, Mara Tajariol e Tatiana Pillot. «L'invito a collaborare - dicono - è rivolto a chi vuole entrare in un gruppo affiatato, capace di far vivere l'esperienza di acquisto come un valore aggiunto per tutti».
IMPEGNO
Il vescovo Giuseppe Pellegrini, nella sua lettera pastorale 2018-19, ha chiesto a parroci, organismi e movimenti cattolici naoniani d'impegnarsi in maniera concreta sul fronte delle povertà. Andrea Barachino, direttore della Caritas, ha raccolto subito l'invito. «È un appello importante - osserva sulle colonne de La Concordia -. Il documento del presule ci invita a guardarci dentro come cristiani e come comunità, ossia come realtà che sa riportare in luce la necessità di fare le cose insieme. Pensando a questo concetto, la parola che mi sembra suonare meglio è alleanza: saper cercare collaborazioni, occasioni di dialogo, incontro e operatività concreta con altri soggetti, pubblici e privati, in una prospettiva di comunità più ampia ed estesa. Non si potranno sempre coinvolgere tutti, ma il principio di base è quello di partire con un'iniziativa mirata, creando intese su obiettivi specifici. Anche in questo caso è il segno di una Chiesa che, pur fedele ai suoi principi, sa uscire, alleandosi intorno a chi vuole farsi prossimo». Come l'Emporio della solidarietà, un presidio sul quale poter contare ogni giorno.
Pier Paolo Simonato
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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