Aiuti alle Pmi colpite dalle banche

Mercoledì 13 Luglio 2016 di Da Bolzonello norme urgenti per le aziende alle prese con la crisi di Veneto Banca e Popolare di Vicenza
La Regione Fvg è pronta ad intervenire con circa due milioni di euro, attraverso il sistema dei Confidi, a supporto «delle imprese che hanno avuto un grave danno rispetto alle capacità di accesso al credito a seguito delle vicende che hanno colpito Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca». Lo ha detto ieri il vicepresidente e assessore alle Attività produttive, Sergio Bolzonello, a margine della presentazione dell'indagine commissionata da Confcommercio Fvg riguardo all'andamento del settore nel secondo semestre del 2016.
L'intervento troverà concretezza con un emendamento alla legge di assestamento di bilancio, ha precisato Bolzonello, che andrà in aula a fine mese. «L'obiettivo è venire incontro alle imprese del Fvg che sono state toccate dai problemi legati a Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza. Il sistema che metteremo in campo si baserà sull'utilizzo dei Fondi di rotazione tramite il sistema dei Confidi. Le imprese, quindi, potranno utilizzare una sezione che verrà creata ad hoc con una dotazione finanziaria che stiamo definendo, ma che probabilmente si aggirerà attorno ai due milioni. Stiamo in queste ore mettendo a punto i dettagli per presentare il provvedimento operativo nella prossima riunione di Giunta», ha dettagliato il vicepresidente. È un'iniziativa, ha aggiunto, che «potrà dare una risposta positiva alle piccole e micro imprese del Friuli Venezia Giulia».
Quanto all'indagine di Confcommercio Fvg, svolta con 1.536 interviste, ha messo in risalto che le piccole e medie imprese approvano a larga maggioranza la legge regionale che dal primo ottobre obbliga alla chiusura in occasione di 10 festività. Approva il provvedimento l'85% delle aziende tra i 10 e i 49 dipendenti e il 94,9% degli esercizi con meno di 9 lavoratori.
«Contro l'azione del Governo ci appelleremo alla Corte costituzionale», ha confermato Bolzonello. A osteggiare le chiusure sono invece le realtà commerciali più grandi, quelle con oltre 49 addetti. Più della metà di questi esercizi si dice contraria. «L'indagine - commenta il presidente regionale di Confcommercio Alberto Marchiori - conferma la nostra storica posizione, ovvero che un numero eccessivo di aperture domenicali non è un fattore di crescita per l'economia. Un accordo su un numero congruo di chiusure sarebbe la soluzione migliore. Dispiace che la grande distribuzione non ne voglia tenere conto per il bene di tutti».
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