AI FERRI CORTI
PORDENONE Si torna sempre lì, alla Pordenone dimenticata,

Mercoledì 19 Febbraio 2020
AI FERRI CORTI
PORDENONE Si torna sempre lì, alla Pordenone dimenticata, che è un mantra recitato dalle categorie più lontane tra loro. Polemica sempre attuale, a volte derubricata a campanilismo di paese. Stavolta però la guerra tocca un nervo bello vivo: la gestione delle emergenze sanitarie e del percorso che deve compiere ogni cittadino per richiedere il soccorso. Tutto nasce da un'apertura, manifestata dai massimi decisori regionali nei confronti della richiesta dell'ambito triestino e goriziano di costituire una seconda centrale operativa di territorio, suppletiva rispetto a quella unica di Palmanova. Apriti cielo, si rischia il fuggi fuggi dalla città stellata per tornare al vecchio sistema provinciale, e da Pordenone si è levato un coro di proteste.
IL PUNTO
C'è un documento, quindi qualcosa di scritto. La notizia trapela dagli ambienti di vertice dell'Azienda sanitaria del Friuli Occidentale. Una bozza scritta dai principali responsabili del Pronto soccorso sanitario in seno all'ospedale pordenonese. Si chiede al tavolo regionale di valorizzare un territorio, quello della Destra Tagliamento, che stante la richiesta dell'Isontino e della città di Trieste, rischia di finire non in Serie B, ma ai margini della C. Un documento che a quanto pare è finito nel cassetto, a favore di quello giuliano che sembra avere avuto la meglio.
I DETTAGLI
Cosa chiedeva Pordenone? Prima di tutto rappresentanza, e non è cosa da poco. Dirigenti, specialisti, personale medico dedicato. Insomma, una dotazione pordenonese in seno alla centrale unica di Palmanova, una specie di salvagente della territorialità che invece non è stato garantito. E allora di fronte all'apertura manifestata nei confronti del territorio giuliano, da Pordenone si alza un coro di proteste: all'orizzonte, infatti, c'è la possibilità che anche Udine possa chiedere una specie di sede staccata della centrale di Palmanova, completando così uno scisma in grado di mandare in frantumi la riforma del Pronto soccorso telefonico che puntava proprio sull'immediatezza del numero unico d'emergenza. Da lì a un nuovo 118 pordenonese, il passo sarebbe breve.
Si aprirebbe così un nuovo fronte attorno a un tema già caldo come quello del Numero unico di emergenza, colpito in passato dai disservizi legati ai primi tempi di rodaggio del servizio e poi dalle polemiche nate in seguito alle lamentele circa la mancanza di personale o alcuni problemi legati a chiamate dirottate, attese lunghe e altri intoppi. Il vicepresidente della Regione, Riccardo Riccardi, ha recentemente elencato le prestazioni della centrale di Palmanova, mostrando come nel tempo il servizio si sia attestato su buoni livelli prestazionali. Ma la richiesta triestina e goriziana rischia di aprire una guerra con Pordenone che potenzialmente potrebbe essere distruttiva.
Marco Agrusti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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