Addio al paladino degli ultimi

Venerdì 17 Novembre 2017
Addio al paladino degli ultimi
IL VOLONTARIO
PORDENONE Il cuore, il suo grande cuore di volontario ha ceduto mercoledì sera la Policlinico, mettendo fine in un palpito a una vita di battaglie prima come sindacalista contro i torti subiti dai lavoratori, poi delle popolazioni vittime della guerra e, infine, sino all'ultimo giorno in cui è riuscito a muoversi, portando conforto ai reietti del carcere. Giuseppe Bertolo, per tutti Beppone, se n'è andato a 83 anni, lasciando 4 figli, la moglie Gina e soprattutto tanti ricordi, nella città dove è nato e vissuto, sempre nella stessa casa, in via Latisana, dove ha visto la luce pure il suo primogenito Stefano. E chi se lo dimentica l'indomito Beppone, con il suo triciclo (la bicicletta con le due ruote posteriori che aveva dovuto adottare dopo una caduta per questioni di sicurezza) andare avanti e indietro per la città, nonostante avesse un pacemaker al cuore da 30 anni, sempre in cerca di aiuti, di vestiti e di libri per i detenuti del Castello. E persino di pane vecchio, che raccoglieva prima tra i privati e poi nei supermercati, da donare ai pendolari della Romania, i quali nei fine settimana in grandi sacchi li potavano nella loro poverissima Patria come un dono del Signore. Ma prima ancora di diventare un volontario tutto d'un pezzo, Beppone è stato un sindacalista dalla testa dura, con una tenacia che ha pochi pari, conquistando la ribalta dei media nazionali per la sua lotta fuori dei cancelli della Zanussi. «Assunto come collaudatore di fornelli nel 1951 - racconta il figlio Stefano, di 58 anni - a un certo punto aveva anche fatto carriera ed era diventato impiegato. Poi però nell'84, in tempo di crisi e di arrivo degli svedesi, è stato l'unico impiegato a finire in cassa integrazione, perchè, non si stancava mai di sottolineare, da iscritto alla Fim-Cisl si batteva per i contratti di solidarietà con 35 ore di lavoro andando controcorrente rispetto al pensiero allora dominante della Cgil. Sicchè è finito in cassa integrazione per due anni: gli ultimi prima di maturare la pensione, che in questo modo ne è risultata penalizzata. E lui per protesta e coerenza, ogni giorno, col sole e con la pioggia, si recava fuori dei cancelli dello stabilimento di via Malignani e si tratteneva per l'80% monte ore previsto dalla Cig». Intanto con il suo presidio raccoglieva solidarietà e firme, ben 450, da parte di politici, uomini di cultura e di chiesa. Del caso Bertolo scrissero molto i giornali e si interessò anche la Rai con un intenso servizio, mentre il giornalista Mauro Nalato, scrisse il libro Beppone e la Zanussi edito dalla Cooperativa servizi culturali. «Una volta andato in pensione, però - prosegue il figlio - ha cambiato vita, cercando soddisfazione nella solidarietà. E tra le tante cose che ha fatto, ma che non ha pubblicizzato - precisa - c'è anche l'esperienza delle missioni umanitarie, durante la guerra in Bosnia Erzegovina». Poi ha incominciato a occuparsi delle condizioni dei carcerati, per aiutarli nella strada verso il riscatto, organizzando laboratori di lettura e di scrittura creativa e proiezioni di film. E anche in questo caso è stato più volte protagonista di manifestazioni fuori del Castello, nel nome dei diritti e degli ultimi.
Come detto, Beppone lascia 4 figli, di cui era orgogliosissimo perche, ripeteva, «sono riuscito a farli studiare tutti». Stefano fa l'insegnante allo Ial di Aviano, Luca il veterinario all'Azienda sanitaria di Pordenone, Agnese il tecnico alimentare a Bologna e Lucia il cancelliere al tribunale cittadino. L'ultimo saluto a Beppone si terrà domani alle 15 nella chiesa di San Francesco.
Antonella Santarelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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