25 APRILE
PORDENONE Festa della Liberazione ancora una volta avvelenata da polemiche,

Giovedì 26 Aprile 2018
25 APRILE PORDENONE Festa della Liberazione ancora una volta avvelenata da polemiche,
25 APRILE
PORDENONE Festa della Liberazione ancora una volta avvelenata da polemiche, nonostante la doppia manifestazione (che per la prima volta dopo 17 anni ha visto Iniziativa libertaria e altri gruppi organizzare una cerimonia a sé stante rispetto a quella istituzionale) e nonostante il richiamo del sindaco Alessandro Ciriani a un 25 Aprile di concordia e serenità.
IL VOLANTINO
Nessun incidente e nessuna contestazione, ma Iniziativa libertaria - impegnata più tardi in una commemorazione alla ex caserma Martelli - non ha rinunciato a distribuire un volantino di critica al primo cittadino. D'altra parte, in assenza dei gruppi anarchici, è toccato ad altri - a cominciare dall'ex sindaco Claudio Pedrotti, impegnato a portare lo stemma dell'Anpi provinciale - intonare Bella ciao al momento della partenza del corteo. Infine, ha sollevato perplessità la scomparsa del sindaco che, dopo la cerimonia in piazzale Ellero dei Mille, ha ceduto la fascia tricolore al vice Eligio Grizzo per la seconda parte delle celebrazioni, con la deposizione della corona in piazza Maestri del lavoro e alla lapide in onore di Terzo Drusin, per poi riapparire alla messa in Duomo e alla consegna dei Premi San Marco. Forse in quei 25 minuti gli scappava la pipì - ironizza Marco Salvador (Pordenone 1291) -. Abbiamo bisogno di un sindaco che celebri e onori gli eroi, anche partigiani, di questa città. Non questo.
IL SINDACO
Alessandro Ciriani da parte sua, alla sua seconda partecipazione alla Festa della Liberazione nel ruolo di primo cittadino, aveva esordito invocando un 25 aprile di concordia e di serenità: credo debba essere questo - aveva detto - il senso di una celebrazione che unisce e non divide. La stragrande maggioranza degli italiani da tempo vive questo giorno senza alimentare divisioni. Il nostro popolo ha maturato una piena consapevolezza del valore profondo del 25 aprile. Tanti italiani e stranieri sono morti per consentirci di vivere in democrazia e in libertà: a loro va dunque oggi il nostro pensiero carico di ammirazione e di riconoscenza. Tutto questo è assodato dalla storia. La spinta unitaria del 25 aprile deve fondarsi sul riconoscimento della verità, delle luci e delle ombre di quel periodo. Quelle verità non inficiano il valore complessivo del 25 aprile, anzi, lo arricchiscono. Nazismo, fascismo e comunismo - ha concluso Ciriani - sono morti, e nessuno li resusciterà. Dopo il suo intervento, quello del presidente provinciale dell'Anpi Loris Parpinel, che ha richiamato l'attenzione sulle tante guerre nel mondo e sul coinvolgimento dell'Italia, sia in modo diretto, sia mettendo a disposizione le sue basi militari, sull'immigrazione, fenomeno epocale del quale dovrebbe farsi carico tutta l'Europa, condannando il comportamento di chi alimenta l'intolleranza, lasciando incancrenire i problemi, e sulla diffusione in Italia e in Europa di gruppi che si richiamano al fascismo e al nazismo: Il nostro Paese ha più di tutti l'obbligo di combattere tali rigurgiti. Infine, il professor Guglielmo Cevolin, che ha richiamato i primi dodici articoli della Costituzione. Iniziativa libertaria parla di farsa che ormai ha raggiunto il limite della decenza, ripercorrendo la contrapposizione con il primo cittadino nata nel 2001, quando da dirigente di An/Ag aveva sfilato per portare una corona a tutti i caduti, e proseguita nei suoi anni da vice e poi da presidente della Provincia e ricordando episodi recenti come le sale pubbliche negate ai dibattiti sulla Giornata del ricordo o la delegazione di CasaPound accolta in municipio.
Lara Zani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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