«Mandi Elisa, valevi come l'oro»

Domenica 27 Marzo 2016
«Mandi Elisa, valevi come l'oro»
«La felicità si può trovare anche negli attimi più tenebrosi, se solo uno si ricorderà di accendere la luce». La frase è di Albus Silente, il preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, tra i personaggi simbolo della serie di romanzi di Harry Potter, ideata e scritta da J. K. Rowling. L'hanno scelta gli amici di Elisa Valent a metafora della struggente e allo stesso tempo emozionante giornata di ieri, durante la quale tutta Venzone si è fermata per celebrare i funerali della studentessa friulana di 25 anni morta domenica scorsa in Spagna mentre viaggiava sul pullman di studenti Erasmus che faceva rientro a Barcellona. I romanzi del giovane mago erano tra i suoi preferiti, accanto alla storia del film di Frozen, così come lo erano i Placebo e i Queen, le cui canzoni hanno aperto e chiuso la cerimonia laica, o ancora "Gli anni d'oro" degli 883, cantata dalla stessa ragazza in un video mostrato dagli amici che ha segnato il momento più profondo della mattinata per l'intera piazza venzonese, capace di raccogliere oltre duemila persone, giunte da tutto il Friuli e anche da Padova, la città nella quale stava per completare la laurea magistrale in Filologia moderna. «Quando una ragazza giovane muore è sempre difficile da accettare - ha esordito il delegato del rettore dell'ateneo patavino, aprendo le orazioni - quando poi viene a mancare una studentessa con il curriculum di Elisa fa veramente male. È stata strappata alla vita "in servizio" e per questo troveremo il modo per ricordarla e consegneremo alla sua famiglia l'attestato alla memoria degli studi compiuti». Sullo sfondo della loggia del Municipio medioevale scorrono le sue foto, sempre sorridente, circondata dagli amici. «Eri un variegato guazzabuglio che ti rendeva unica» l'ha descritta uno dei tanti compagni di università che si sono alternati al microfono nel raccontarla e nel rievocarla. «Contrariamente a quanto sostengono alcuni, non eri una studentessa "modello" - ha aggiunto un'altra amica - ma eri dotata di una rara forma di intelligenza che si manifestava al meglio nei rapporti con le persone, nella sensibilità, nell'ascolto». Elisa amava una infinità di cose, di luoghi, di mondi, di persone ed autori. Come Leopardi che aveva portato alla maturità, «il suo autore preferito» ha ricordato un suo insegnante del liceo Magrini-Marchetti di Gemona, «la nostra scuola era la sua seconda famiglia». Ed allo stesso tempo si configurava come una giovane «disegual» come l'ha definita un'altra compagna di università, «unica e particolare, spiccavi in ironia e divertente eccentricità, ti sentivi importante e vantavi di essere nata il giorno della scoperta dell'America, vestivi con leggins e calzetti colorati e appariscenti». Tratti di una personalità forte e al tempo stesso stravagante, una "frana" in cucina che però aveva una memoria di ferro e una passione sfrenata per la lettura; una studentessa che adorava far festa e tirar tardi la notte e poi essere la prima alle lezioni. «Abbiamo voluto salutarti così, come avresti scelto sicuramente tu - hanno concluso gli amici tra occhi gonfi di lacrime e gole strozzate dall'emozione - sembra surreale non averti più qui accanto, "Niente che sia d'oro resta" scriveva il tuo amato poeta Robert Frost, Grazie per averci regalato il tuo perenne ricordo».(((zaniratod)))

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