VOLONTARIATO
PADOVA A Padova circa 400 persone tra poveri, senza tetto, stranieri,

Domenica 10 Novembre 2019
VOLONTARIATO PADOVA A Padova circa 400 persone tra poveri, senza tetto, stranieri,
VOLONTARIATO
PADOVA A Padova circa 400 persone tra poveri, senza tetto, stranieri, donne sole, ragazzi con problemi di dipendenza, vivono per strada. I volontari della Comunità di Sant'Egidio li conoscono e li incontrano, fornendogli un aiuto concreto o ascoltando le loro storie.
«La vita di strada è difficilmente una scelta - spiega Mirko Sossai, referente per il servizio di strada della Comunità -. È un processo progressivo di impoverimento e isolamento: si diventa malati di solitudine e si fa sempre più fatica a chiedere e ricevere aiuto».
Alle persone in difficoltà e ai senzatetto è destinata la guida Dove. Il libretto, distribuito gratuitamente alle mense popolari e dalla Caritas, è anche scaricabile sul sito internet della Comunità di Sant'Egidio. È un manuale che raccoglie le informazioni indispensabili per sopravvivere in strada: dove mangiare, dove dormire, dove lavarsi.
«L'obiettivo è portare queste persone a fidarsi dei volontari e accedere ai servizi a loro disposizione aggiunge Sossai -. Ma non è sempre facile costruire un rapporto di fiducia, ognuno di loro ha un vissuto differente, spesso segnato dalla sofferenza. Le persone straniere hanno più timori e tendono a isolarsi, perché irregolari e senza permesso di soggiorno. Noi usciamo due volte a settimana, i volontari distribuiscono cibo e coperte in diversi luoghi della città».
La Comunità di Sant'Egidio lavora a stretto contatto con la Croce Rossa, l'associazione Noi sulla strada e i Guardian angels. «Queste persone hanno tanto bisogno di essere ascoltate racconta Chiedono comprensione, ma hanno anche richieste concrete come certificati e documenti». Non tutti, infatti, cercano l'accoglienza degli asili notturni. C'è chi rimane all'addiaccio anche nei mesi invernali, nonostante le temperature rigide. Gli asili notturni coprono 92 posti e con l'accoglienza invernale se ne aggiungono altri 200. Significa che almeno cento persone non entrano mai nei circuiti dell'accoglienza.
«Comprendiamo che ci possa essere preoccupazione o paura nei confronti dei senza fissa dimora dichiara Sossai ma il consiglio è di andare oltre alle apparenze. Noi abbiamo anche tante storie positive, persone che sono riuscite ad uscire dalla vita di strada e hanno avuto il loro riscatto. È possibile trovare lavoro, un tetto, ricostruirsi una vita all'interno della società. È un percorso difficile, ma in salita. In questo processo diventa fondamentale il concetto di solidarietà larga, l'interesse del cittadino comune è fondamentale per fare lo scatto e creare una rete».
A Padova il mondo della solidarietà è attivissimo: ci sono mense popolari, lavanderie, servizi doccia, centri di ascolto e tre ambulatori medici. L'ambulatorio gestito dalla Caritas e dal Cuamm accoglie oltre 500 pazienti l'anno, di cui 3 su 5 stranieri. Una delle principali strutture d'accoglienza in città è l'asilo notturno del Torresino: ospita ogni notte 82 persone, uomini e donne, italiani e stranieri, e fornisce un posto letto e una doccia calda. Gli ospiti accedono alla struttura dopo aver fatto domanda allo sportello dei servizi sociali. Hanno in comune il fatto di non avere casa e di non possedere le capacità economiche per trovarne una.
E.Fa.
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