Via Del Giglio, 900 firme per salvare il boschetto

Martedì 15 Ottobre 2019
LA PROTESTA
PADOVA Sono oltre novecento le firme raccolte all'Arcella per dire no all'abbattimento del bosco urbano di cinquemila metri quadrati che circonda via Del Giglio, nel tratto adiacente al parco Morandi. Così, i residenti dei rioni Sacro Cuore, San Carlo, San Bellino, San Filippo Neri, Santissima Trinità e Pontevigodarzere reagiscono «per rivendicare il loro diritto al verde, e quindi alla salute» e mettono le mani avanti sul pericolo «che l'oasi naturalistica di via Del Giglio venga distrutta, per allargare la strada e costruire una carreggiata a doppio senso di marcia». È quanto afferma il Gruppo Vivere Bene San Bellino, promotore, con altri comitati, della petizione.
«Il boschetto puntualizza il coordinatore del Gruppo, Antonio Huaroto - composto da una sessantina di grandi alberi autoctoni, come pioppi, olmi e acacie, costituisce l'ultimo ecosistema rurale rimasto all'Arcella, importantissimo per assorbire l'inquinamento in questa parte della città dove passano i treni diesel per Calalzo, e vicinissima alla tangenziale nord, in cui transitano oltre 15 mila macchine al giorno». «Il piano regolatore di Padova, dagli anni '80, prevede la possibilità di allargare via Del Giglio e demolire Casetta Morandi ricorda il coordinatore - Quindi, dal momento che il Comune ha recentemente approvato una lottizzazione di novemila metri cubi in via Del Giglio per la costruzione di sette villette, si teme che l'avvio del cantiere comporti anche un intervento di allargamento della strada, per creare una viabilità più comoda al nuovo insediamento residenziale».
Con la petizione, consegnata al Comune in questi giorni, i cittadini chiedono «una variante urbanistica per salvaguardare la bellezza di via Del Giglio, in quanto percorso che vanta anche un'importanza storico-culturale, legata al passaggio di Sant'Antonio, evitando scorribande di macchine a doppio senso, che intaserebbero l'arteria, una volta allargata, utilizzandola come scorciatoia tra Padova nord e l'Arco di Giano». Non solo. Gli abitanti domandano anche di tutelare Casetta Morandi, «acquisita dal Comune circa otto anni fa con lo scopo di far parte del parco Morandi», e di restaurarla ricavando spazi pubblici e servizi per il giardino e per il quartiere. «Con quale strategia di governo del territorio l'amministrazione padovana intende risolvere il dilemma tra diritto all'ambiente e diritto edificatorio dei cittadini interroga il comitato - tenuto conto del fatto che si sta creando una nuova sensibilità e consapevolezza tra la popolazione, sui diritti al verde e alla salute?». E conclude: «Se il Comune userà ancora oggi gli stessi strumenti urbanistici predisposti negli anni 60, può capitare che l'Arcella, territorio già fra i più densamente costruiti di Padova e assediato dalle auto, verrà completamente cementificata».
Isabella Scalabrin
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