«Via Dante è una camera a gas, ora deve essere pedonalizzata»

Martedì 22 Ottobre 2019
«Via Dante è una camera a gas, ora deve essere pedonalizzata»
FAVOREVOLE
PADOVA Emilio Montana, residente di via Dante, da 20 anni si batte per la pedonalizzazione, con appelli alle varie amministrazioni che si sono succedute.
Perché deve essere pedonalizzata?
«Il traffico è soprattutto di attraversamento e trasforma la strada in una camera a gas, come certifica uno studio dell'Arpav del 2004, a causa dell'effetto canyon prodotto dagli antichi alti palazzi che la delimitano. Se venissero tolti i veicoli, avrebbero benefici sia i commercianti, che noi residenti».
Come residenti protestate per l'inquinamento non solo dell'aria ma anche acustico e per i danni che subiscono gli edifici: soluzioni?
«La soluzione, ribadisco, è pedonalizzare e spostare il traffico su altre direttrici vicine. Chi va verso la stazione può percorrere via Raggio di Sole e via Citolo da Perugia. Chi deve andare all'Arcella, può usare via Bronzetti e il cavalcavia Sarpi-Dalmazia. E' vero che è stato eliminato il passaggio dei bus, ma è un palliativo. Il problema va risolto alla radice, ma i danni agli edifici, tutti storici, sono oggettivi: crepe su muri, sui pavimenti e anche qualche caduta di pezzi di cornicioni. Eliminare i bus non basta, i problemi sono acuiti dal fatto che la pavimentazione di via Dante è di sanpietrini che amplificano vibrazioni e rumore».
Lei ha effettuato una raccolta di firme a sostegno della pedonalizzazione, firme, dicono i detrattori, raccolte più di 20 anni. Cosa risponde?
«Ho raccolto adesioni vere e accreditate anche di commercianti: è vero che sono state sottoscritte tempo addietro, ma la richiesta di pedonalizzazione è partita 25 anni fa. Il tempo non ne inficia il valore, anche se nel frattempo molti dei firmatari non ci sono più. Chi lo fa notare, quindi, strumentalizza la cosa ideologicamente. I dati reali arrivano da studi di Arpav e Università che calcolano circa 200 morti a Padova per inquinamento ogni anno. Un'amministrazione non deve chiedere ai commercianti come agire sul traffico, a prescindere dalla richiesta di noi residenti, ma deve operare sulla base di dati oggettivi».
Padova punta ora su Urbs Picta. Porta Molino è un monumento importante, ma sconosciuto. Come intervenire?
«Si deve riqualificare la Porta e tutta la zona. Pedonalizzando si potrebbero aprire locali, plateatici, le persone potrebbero passeggiare sotto i portici e il commercio si avvantaggerebbe. Inoltre, la Porta è uno dei più bei monumenti cittadini e potrebbe entrare nel percorso Urbs Picta, magari realizzando un collegamento pedonale che porti il turista alla Cappella degli Scrovegni. La Porta dovrebbe essere aperta e visitabile, ma non certo con il traffico din sottofondo».
A via Dante si accede da Corso Milano la cui viabilità è stata modificata di recente e nel quadrante insiste anche la Prandina. Pensate a proporre delle modifiche?
«Chiudendo via Dante, su Corso Milano passerebbero poche auto. E per lo stesso motivo sostengo il parcheggio alla Prandina, grazie al quale non entrerebbero più veicoli in città».
Luisa Morbiato
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