Via Anelli, nuova questura più vicina: il Comune ha già comprato 59 mini

Domenica 19 Agosto 2018
IL PROGETTO
PADOVA La grande corsa è partita e sta portando frutto. Nel giro di poco più di un mese, dopo che il 20 giugno il sindaco Sergio Giordani e il capo della polizia Franco Gabrielli avevano firmato in Prefettura a Padova il protocollo che prevedeva la costruzione della nuova questura in quello che fu il residence Serenissima in via Anelli, sono cinquantanove gli appartamenti comprati da palazzo Moroni. Trenta mila euro il prezzo intascato da ciascun privato per cedere appartamento e garage nell'ex Bronx di Padova. Una volta acquistati tutti gli appartamenti all'appello ne mancano ancora poco più di un centinaio il terreno passerà nelle mani dello Stato che farà entrare in azione le ruspe e darà il via alla costruzione dei nuovi uffici della questura. Ma quello che fa più notizia, è il fatto di come, nel giro di poche settimane, si sia sbloccata una situazione ferma da anni, vuoi per mancanza di progettualità, vuoi per la riottosità dei residenti a cedere un bene immobile come un mini appartamento. Seppur svalutato, seppur in una zona in cui difficilmente avrebbero più messo piede.
L'ASSESSORE
«Il vento però è cambiato nel giro di poco conferma l'assessore comunale all'edilizia Andrea Micalizzi perché adesso c'è un progetto. Le precedenti amministrazioni, tutte, erano riuscite con estrema difficoltà a diventare proprietarie di alcuni mini di via Anelli. La giunta Bitonci ad esempio era riuscita a comprarne dodici in tre anni, ma con estrema fatica. Ora sta succedendo il contrario: ho firmato prima dell'estate delle determine che autorizzino i rogiti con i proprietari. La strada continua spedita, entro l'anno intendiamo chiudere il discorso sull'intero complesso. Abbiamo in corso una mediazione con altri 86 proprietari dei mini, a questi ne mancano ancora trentasette per far sì che tutto passi in mano al Comune».
GLI ALTRI ALLOGGI
Un capitolo a parte lo meritano propri quei trentasette appartamenti di proprietà dell'Ater con cui il Comune non ha ancora trovato un accordo per chiudere l'operazione, ma anche per gli spazi che ospitavano la moschea di via Anelli. Quei locali l'Agenzia del Demanio li ha valutati con un prezzo di centocinquantamila euro. Tant'è. Qualcosa è comunque cambiato. Il segreto del nuovo corso, a sentire Micalizzi, starebbe nel fatto che ora si parla di progetti concreti. «Chi ha fatto il rogito prima dell'estate, ha già incassato i soldi assicura l'assessore Noi abbiamo messo i soldi e abbiamo un protocollo d'intesa con lo Stato che progetta il futuro dell'area. La strada è ormai quella e non ci sono possibilità di deviazioni».
IL COSTO
Nessuna discussione nemmeno sul prezzo di vendita, i famosi trenta mila euro che pagherà il Comune perché «da una parte abbiamo il parere di congruità sul valore degli immobili. I soldi poi ci sono, abbiamo stanziato e messo già a bilancio 5 milioni di euro con cui concludere l'operazione di acquisto. Ma non solo, forti di quanto avevamo firmato ci siamo messi al tavolo con i proprietari e abbiamo discusso cambiando atteggiamento continua Micalizzi Non ci siamo più rivolti a loro come vittime o colpevoli della situazione, ma come protagonisti di una cosa che andava risolta, e hanno capito. Stavolta sanno che possono liberarsi dell'appartamento incassando i soldi e chiudendo per sempre la partita. Siamo partiti con la mediazione con trenta proprietari dei mini, pian piano il numero è cresciuto. Era impossibile fare altrimenti. Certo, sapere dell'esistenza di cinque milioni messi a bilancio per pagare la compravendita ha fatto cambiare il clima conclude l'assessore Ma è un'operazione che dobbiamo al quartiere per quello che ha sofferto e passato. La differenza? La fa la determinazione e la determinazione si vede quando si mettono i soldi».
Nicola Munaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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