Via Anelli, accordo in vista fra la Regione e il Comune

Martedì 22 Gennaio 2019
Via Anelli, accordo in vista fra la Regione e il Comune
LA NOVITÁ
PADOVA È l'ultimo tassello che manca al Comune per dare il via all'operazione via Anelli, ovvero l'abbattimento delle palazzine entro novembre e la consegna del terreno al demanio per costruire la nuova questura.
Lo scoglio sono i 37 appartamenti di proprietà dell'Ater, frutto di un accordo con la Regione, ancora i tempi del sindaco Giustina Destro, che aveva coinvolto l'ente nel primo dei piani di recupero, all'inizio degli anni duemila.
La questione è nota. Il Comune offre 30 mila euro, l'Ater ne chiede 80mila. Quindi per l'Agenzia valgono 3,5 milioni, quando il Comune ne investe 4,2 per acquistare tutti i 150 appartamenti che gli mancano. Più un altro milione fra abbattimenti e bonifica che costa 17 euro al metro cubo (per 39mila metri).
E nel momento in cui le pratiche con gli ultimi proprietari renitenti sono alla fine, perchè volenti o nolenti dovranno cedere alla legge che impone l'esproprio quando c'è un piano di recupero, diventa fondamentale chiudere la partita. Ebbene le trattative sono andate avanti fra la Regione e il Comune, (l'Ater è un'agenzia regionale) e l'annuncio potrebbe arrivare già in settimana.
L'assessora regionale Manuela Lanzarin, sta sul prudente ma conferma che «siamo nella fase della trattativa, ci stiamo lavorando, ci sono stati degli incontri». Quello che non può ancora dire è che la definizione sarebbe dietro l'angolo, e magari potrebbe essere benedetta già nella prossima giunta regionale.
Il direttore Gianluca Zaramella ha sempre sostenuto che: «non possiamo regalarli perché abbiamo speso dei soldi pubblici». L'Ater fu quasi costretta ad investire dalla Regione, allora presieduta da Galan, di Forza Italia come Giustina Destro. Ora al lavoro per valutare l'investimento c'è una commissione con due tecnici per parte che sarebbe già arrivata alla conclusione, sulla base di 1 milione e 350 mila euro.
Certo che, se l'operazione di acquisto degli appartamenti finirà entro marzo assisteremo all'operazione più spettacolare, l'abbattimento del famoso muro di Zanonato, eretto nel 2006 per separare il complesso dal resto delle città evitando che gli spacciatori frequentassero gli edifici vicini.
E di quel quartiere rimarrà solo il ricordo. Le palazzine sono cresciute negli anni '70. Ventotto metri quadrati per accogliere studenti universitari. Negli anni '90 arrivano le prostitute, poi la mala del Brenta, infine i magrebini e la droga. Il 26 luglio del 2006 il momento più drammatico: le etnie si affrontarono a colpi di macete in mezzo alle auto alla Stanga. Il 9 agosto di quello stesso anno nasce il discusso muro di 84 metri, alto tre. L'area è chiusa dal 2006 quando l'ultima palazzina fu abbandonata dopo una gigantesca operazione che ricollocò 700 persone in appartamenti pubblici.
Da qualche settimana sono all'opera squadre di bonifica dell'area, il primo intervento dell'ultima fase. Poi il Comune cederà l'area dei palazzoni consegnandola nuda, cioè dopo aver saldato tutti i proprietari degli alloggi e abbattuto gli edifici. In cambio il demanio cederà l'area della ex caserma Prandina che misura il triplo di superficie.
Mauro Giacon
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