«Vendo la casa, si chiude il sipario»

Lunedì 3 Maggio 2021
IL REPORTAGE
NOVENTA Domani una ditta specializzata per conto di Dolores Rossi, mamma di Debora e Freddy, inizierà il trasloco di tutti i beni di proprietà di Freddy Sorgato che al momento si trovano all'interno della villa di via Sabbioni a Noventa Padovana. Poi la casa dell'orrore andrà in vendita. Un affare per chi la acquisterà, invece, per il fratello di Isabella, Paolo Noventa, è una triste parentesi che si chiude.
«E' l'epilogo di una vicenda che mi ha distrutto psicologicamente - commenta provato Noventa, neoproprietario dell'edificio dove è stata uccisa sua sorella a metà gennaio di cinque anni fa - non appena l'immobile sarà liberato di tutto la metterò in vendita».
LA CASA
Nei 240 metri quadrati di abitazione il mondo si è fermato al giorno dell'arresto di Freddy, in carcere insieme alla sorella Debora e a Manuela Cacco per l'omicidio della segretaria di Albignasego. Colpiscono nello studio del ballerino di danze latino americane i quotidiani sistemati in ordine cronologico con in evidenza gli articoli della scomparsa di Isabella. Piegata su una sedia, c'è la casacca da lavoro con il marchio del distributore di carburante. Poi ci sono le due biciclette da corsa di cui Freddy era un grande appassionato. Un arredamento minimal, ma di assoluto valore quello scelto dal ballerino per costruirsi la sua tana. Colonne rivestite di marmorino in soggiorno, divani in pelle color crema, parquet in tutta la casa. Decine di creme in bagno per la cura del corpo. E poi quella foto accanto al pc riportante gli splendidi occhioni di Isabella.
IL DOLORE
Paolo Noventa, accompagnato dall'avvocato Stefania Lazzaro, sembra un robot. Dal giorno della scomparsa di sua sorella ha il volto segnato dalla fatica, dal dolore e dalla disperazione, ma non ha mai perso la dignità e il modo composto di proporsi. Dalla sua bocca non è mai uscita una parola di odio, neanche di fronte ad evento così devastante. «Se non hanno parlato fino ad ora - ha detto - sicuramente non lo faranno in futuro. Ho l'impressione che Freddy sia obbligato a non parlare anche per tutelare la sua incolumità, della sorella e dei suoi familiari». Parole sibilline quelle di Paolo che fanno intravedere il sospetto che dietro all'omicidio di sua sorella possa esserci ben altro che un'assurda perversa gelosia tra donne. «Un corpo lascia sempre qualche traccia. Se nel Brenta non c'è, sotto terra neppure, non posso escludere che quella notte dell'omicidio ci sia stato uno scambio d'auto e mia sorella sia stata affidata a qualcuno che poi ha avuto tutto il tempo di farla sparire senza lasciare traccia».
I RICORDI
Paolo Noventa all'interno di quella casa si muove quasi in apnea. Dietro gli occhiali, le sue pupille sono gonfie di indescrivibili ricordi. «Questi delinquenti hanno ripulito il pavimento della cucina in maniera maniacale, mi hanno mancato di rispetto fin dal primo giorno che sono venuto in via Sabbioni per chiedere di Isabella».
Ora Noventa vuole solo andare avanti. «Adesso ho bisogno di riposare la mente, di abbassare la saracinesca alla ribalta e iniziare a pensare un po' di più a me stesso e alla mia famiglia. Quando riuscirò a vendere l'immobile non lo saprà nessuno. Lo spettacolo è giunto ai titoli di coda, adesso ho solo voglia di riprendere in mano la mia vita».
L'avvocato Lazzaro che segue come un'ombra ogni mossa del suo assistito, sulle possibilità di ritrovare i resti di Isabella chiude: «Da essere umano sono fiduciosa e credo nella buona fede delle persone, anche di quelle che si sono macchiate di reati di questa gravità. Da professionista, dubito che il trio in carcere con l'accusa di omicidio volontario si faccia scappare una verità, un pentimento».
Cesare Arcolini
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