«Un uomo molestava Samira, è già stato sentito dall'Arma»

Venerdì 20 Dicembre 2019
«Un uomo molestava Samira, è già stato sentito dall'Arma»
LE REAZIONI
STANGHELLA Mohamed Barbri e il suo legale, l'avvocato Daniele Pizzi, chiedono con forza che l'area nella quale sono stati ritrovati alcuni effetti personali di Samira (una scarpa, un portachiavi-portafortuna, un braccialetto) sia battuta palmo a palmo, con l'ausilio di tutta la strumentazione possibile. Il giorno dopo il ritrovamento del gioiello, ad opera proprio del marito della 43enne scomparsa ormai da due mesi, mentre era in compagnia dell'avvocato e dell'interprete della comunità marocchina, è questa la richiesta pressante dell'unico indagato per l'omicidio e l'occultamento del corpo di Samira.
Tra mille dubbi, incertezze e pure sospetti, non è escluso che gli oggetti siano stati messi da qualcuno per depistare le indagini. Ma, nel dubbio, l'avvocato Pizzi invoca l'utilizzo di tutte le tecnologie possibili per svelare gli eventuali segreti ancora nascosti nel tratto del fossato che costeggia la ss 16, a poche centinaia di metri dalla casa della famiglia Barbri. Il legale ha anche consigliato a Mohamed di non parlare più con la stampa, visto che le dichiarazioni rilasciate finora ai media, vuoi per l'italiano stentato dell'uomo, vuoi per l'agitazione del momento, hanno aperto le porte a nuovi dubbi e fraintendimenti.
E così, mentre i concittadini di Stanghella si sono divisi tra innocentisti e colpevolisti, Mohamed è ancora un uomo libero. Dopo essere stato ascoltato nella caserma di Solesino, proprio a seguito dell'ennesimo ritrovamento, il 40enne ha potuto far ritorno a casa, in via Statale, insieme alla sua piccola di quattro anni. La bimba sta continuando a frequentare la scuola materna del paese, ma appare legatissima al papà, dal quale fa fatica a distaccarsi. Proprio per la tutela della piccola, si sono mossi da tempo i Servizi Sociali del Comune di Stanghella, che fanno visita al nucleo familiare almeno un paio di volte a settimana, continuando anche a rapportarsi con la scuola frequentata dalla piccina.
Anche l'associazione La Fede di Solesino è molto vicina a Mohamed e a sua figlia, e pronta a dare una mano in questo doloroso frangente. Non può infatti essere dimenticato il lato umano in tutta questa vicenda. Nessuno può sapere con assoluta certezza se le lacrime versate da Mohamed dopo il ritrovamento del bracciale siano sincere o meno, ma, fino a prova contraria, il 40enne sta piangendo la scomparsa di sua moglie. La sua piccola, invece, continua ad attendere che la mamma finisca di lavorare, ma la fiducia della bimba rischia di venire meno ogni giorno che passa.
Tornando alle indagini, non si sa se la pista suggerita agli inquirenti proprio da Mohamed, relativa a un uomo che avrebbe continuato a infastidire Samira nei giorni e nelle settimane immediatamente precedenti alla sua scomparsa, abbia portato all'acquisizione di qualche nuovo elemento utile agli inquirenti.
«So che questa persona è stata identificata e ascoltata dai carabinieri, ma non siamo stati informati di come si sia sviluppata la faccenda», ha ammesso l'avvocato Pizzi. Ma allora cosa può essere successo a Samira secondo la difesa? A parere dell'avvocato Pizzi qualcosa di brutto è effettivamente successo alla 43enne scomparsa, e potrebbe essere capitato proprio nella zona in cui sono stati effettuati tutti i ritrovamenti. Un incidente stradale? Un rapimento? Per il legale nessuna ipotesi dovrebbe essere scartata a priori. Anche per questo ha avanzato la richiesta che venga setacciata centimetro dopo centimetro, «spostando ogni filo d'erba e avvalendosi di tutta la tecnologia a disposizione», l'area in questione.
Camilla Bovo
Ultimo aggiornamento: 10 Gennaio, 15:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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