Tutti barricati dentro le case nell'epicentro del contagio

Domenica 23 Febbraio 2020
Tutti barricati dentro le case nell'epicentro del contagio
LA SITUAZIONE
VO' EUGANEO Commessi che servono i clienti indossando la mascherina, cittadini che si barricano in casa limitando gli spostamenti alle poche attività rimaste aperte: i negozi di alimentari e le farmacie. All'indomani dello scoppio del focolaio del coronavirus, Vo' Euganeo sembra vivere sotto un coprifuoco, al riparo da un nemico invisibile e potenzialmente molto pericoloso, che finora è costato la vita al 77enne Adriano Trevisan, prima vittima italiana e padre dell'ex sindaco Vanessa. E il virus continua a dilagare: ieri sono stati censiti altri 9 contagi, che sommati a quello fatale di Trevisan e a quello del suo amico 68enne, arrivano a quota 11.
LA PREOCCUPAZIONE
In paese la preoccupazione è palpabile. La corsa alle mascherine, iniziata già venerdì pomeriggio, ha portato all'esaurimento delle scorte. In tanti hanno preso d'assalto le farmacie per fare scorta anche di prodotti disinfettanti, visto il consiglio di lavare spesso le mani soprattutto dopo essere entrati in contatto con altre persone. «Abbiamo ricevuto anche moltissime chiamate da parte di cittadini preoccupati per aver frequentato gli stessi locali dei due contagiati raccontano i dipendenti della farmacia Martini, di cui è titolare il sindaco Giuliano Martini Ci chiedevano indicazioni sul comportamento da tenere. A tutti abbiamo detto di rispettare l'ordinanza emessa dal sindaco e le norme igieniche per limitare il contagio». «Non riusciamo a spiegarci come i due anziani possano aver contratto il virus», afferma il gestore di un panificio. Nel suo negozio, stamattina, non si parlava d'altro. «C'è stato un buon afflusso di gente, anche se i clienti che abitano nei comuni vicini non possono entrare in paese». Vo' infatti è in quarantena: chiusi i negozi, chiuse le scuole, sospese tutte le manifestazioni sportive, culturali e religiose, interrotte le fermate dei mezzi pubblici. La gente ha l'ordine di uscire il meno possibile, proprio per evitare che il contagio si propaghi ulteriormente.
«Non c'è quasi nessuno in giro. Anche nel mio negozio non entra così tanta gente racconta Loris Ravazzoli, titolare di un negozio di alimentari a circa un chilometro e mezzo dal centro Non posso uscire con il furgone per le forniture. Vediamo cosa verrà disposto lunedì, spero almeno che possa arrivare qualcuno qui, altrimenti il rischio è che tra un po' si fermi l'attività».
L'ORDINANZA
Il paese resta aperto al traffico, ma la Prefettura ha chiesto al Comune di predisporre un piano nel caso si fosse costretti a dire stop alla circolazione. L'ordinanza del Comune sul cordone sanitario - che ha replicato quella emessa dalla Regione, e le linee guida del Ministero della Salute - lascerà Vo' isolato dal resto del territorio per i prossimi 14 giorni. «Abbiamo chiuso le chiese e attendiamo con apprensione lo screening annunciato dalle autorità», afferma don Mario Gazzillo, parroco moderatore dell'unità pastorale di Vo'. Ma, in attesa di ricevere notizie ufficiali, la psicosi ha infuriato sui social. Nei gruppi Facebook paesani, infatti, ieri pomeriggio si è scatenata una caccia ai contagiati, con utenti che chiedevano di rendere noti i loro nomi così da ricostruire contatti e spostamenti e stimare la probabilità di contagio. Ma la caccia all'untore non dà mai buoni frutti e le indicazioni sul da farsi sono chiare: chi manifestasse febbre o altri sintomi sospetti deve rivolgersi al numero verde 1500.
L'amministrazione comunale ha tentato di tranquillizzare i cittadini assicurando che fornirà indicazioni tempestive sullo screening non appena riceverà notizie dal distretto sanitario, l'ente a cui spetta il compito di avviare la procedura. Intanto si comincia a ipotizzare una pista per individuare l'origine del contagio. La lente, per ora, è puntata su un'attività imprenditoriale gestita da cittadini cinesi che potrebbero aver avuto contatti recenti con il paese d'origine. Alcuni di loro, spiega il sindaco Martini, frequentavano occasionalmente i due bar del paese punto di ritrovo dei primi contagiati. Otto cittadini cinesi (sette uomini e una donna), che gestiscono il laboratorio sono in ospedale, per essere sottoposti ai test. Cercare il punto zero del focolaio non è un'impresa facile. E anche se dovesse essere trovato, sarebbe comunque troppo tardi. Vo', infatti è già stato catapultato nel frullatore di questa temuta epidemia mondiale contro cui non esiste ancora un antidoto.
Maria Elena Pattaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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