Turismo, presenze e arrivi raddoppiano

Sabato 7 Dicembre 2019
L'ANALISI
PADOVA L'incremento del turismo culturale è esponenziale. Con numeri da record. Il sistema museale padovano, dunque, in una quindicina d'anni ha fatto registrare un boom di visitatori pari al 58%: nel 2002, infatti, erano stati 349mila 629, mentre lo scorso anno hanno raggiunto quota 551mila 776. Ovviamente tutto ciò ha una ricaduta altrettanto significativa sul turismo e sull'indotto, con arrivi e presenze che sono schizzati alle stelle, e con ospitai che da tutto il mondo hanno scelto una vacanza nella città del Santo, provenienti soprattutto da Cina, Stati Uniti, Francia, Germania e Giappone. Gli arrivi nel 2014 erano stati 618.475 nel 2014, saliti a 710.774 lo scorso anno, con un incremento del 14,92%; le presenze, invece , nel 2014 erano state 1.315.671, cresciute a 1.650,362 nel 2018 con un boom del 25,44%. Ma se si parte dal 2004, con 354mila 113 arrivi, il raffronto con il 2018 evidenzia un incremento del 100,72%, mentre quello delle presenze, passate nel medesimo periodo da 755.896 a 1.650.362, fa balzare la percentuale di crescita annua al 118,33%.
I NUMERI
Padova, quindi, si sta sempre più connotando come meta di destinazione turistica e come grande città d'arte, trainata dalla Cappella degli Scrovegni, dal Santo e dal Palazzo della Ragione. In termini di presenze turistiche, emblematico è l'andamento del Palazzo della Ragione, uno dei siti che, a partire da oggi e per tutto il periodo natalizio, saranno gratuiti per i padovani. Ebbene, nel 2003 al suo interno erano entrate 32mila 696 persone, e nel 2018 124mila 224, con il record stabilito nel 2017, quando gli ingressi erano stati addirittura 130mila 803: nell'arco di tre lustri, quindi, il Salone ha registrato un boom pari al 279%. Evidentemente, la scelta dell'amministrazione di utilizzarlo per grandi mostre, e non per rassegne estemporanee, che in passato a volte avevano anche poco a che fare con la cultura, alla fine ha attirato la gente.
Anche l'Oratorio di San Rocco ha dimostrato un certo appeal, visto che nel 2004 erano andate a vederlo solo 6.165 persone, diventate invece 17mila 545 lo scorso anno. E lo stesso vale per l'Odeo Cornaro, scelto nel 2003 da 3.966 visitatori, che nel 2018 sono diventati 6mila 388. Meno interesse, invece, sembra riscuotere il Museo del Risorgimento all'interno dello Stabilimento Pedrocchi che mostra un dato in controtendenza: 13mila 608 visitatori 17 anni fa, quand'era aperto da poco, scesi a 9.344 sempre nel 2018.
LE CURIOSITÀ
La casa di Francesco Petrarca ad Arquà è stata un'altra delle mete predilette, considerato che dal 2002 allo scorso anno l'aumento di chi è entrato per visitare la dimora del poeta è stato del 72,91%, passando da 27mila 673 a 47mila 850 ospiti.
Ma il dato indubbiamente più importante riguarda la Cappella degli Scrovegni che è passata dai 277mila visitatori del 2002, ai 325mila 948 del 2018. E, nel periodo 1 gennaio-31 dicembre 2019, si conta di andare oltre i 330mila, con una crescita pari al 17,3% rispetto al 2002. Sempre analizzando i dati sul turismo culturale, curioso è ricordare che negli anni Cinquanta le presenze nel sito che ospita il ciclo giottesco erano appena 21mila 500 da gennaio a dicembre, perché nel dopoguerra a vederlo erano solo gli studiosi. Un target di nicchia, quindi, ma nel 1961 c'è stata la svolta anche per gli Scrovegni, in concomitanza con la crescita del turismo a livello nazionale e pure all'ombra del Santo hanno iniziato ad arrivare torpedoni di turisti. Un altro incremento si è avuto poi nel 2001, in seguito al mutamento negli orientamenti dei turisti internazionali che, dopo il crollo delle torri gemelle a New York, hanno optato per le mete italiane. E anche a Padova l'afflusso è salito anno dopo anno, sino ai numeri record odierni.
Ni.Co.
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