Tromba d'aria sfregia le mura del Trecento

Sabato 3 Agosto 2019
MALTEMPO
MONTAGNANA Sfigurata da una tromba d'aria talmente violenta da far crollare i merli della cinta muraria: Montagnana è uscita con le ossa rotte dal nubifragio che ieri pomeriggio ha colpito la Bassa padovana. È bastata un'ora (dalle 17 alle 18) di raffiche di vento fortissimo, oltre i 100 chilometri orari, per trasformare il borgo medievale in un campo di battaglia, con alberi abbattuti sulle strade, comignoli e coppi divelti, antenne piegate, intere strade allagate e balle di paglia da oltre 3 quintali che rotolavano per strada.
LA CINTA
Ma la ferita più dolorosa per i montagnanesi è vedere due merli di Porta Padova ridotti a un cumulo di mattoni sparsi sul selciato, proprio in corrispondenza del varco che permette di raggiungere Piazza Vittorio Emanuele II. Fortuna ha voluto che in quel frangente non transitassero auto né pedoni, altrimenti allo sfregio simbolico si sarebbe aggiunto il dramma delle persone rimaste ferite. La porta è stata immediatamente chiusa al traffico e considerando che Porta Vicenza e Porta Legnago sono transennate per un intervento di restauro, l'unico accesso al centro storico resta ora Porta XX Settembre. La foto del profilo sdentato della merlatura, con più di venti merli decapitati, ha fatto il giro dei social. Alcuni mattoni divelti sono andati a colpire i tetti delle case a ridosso di quel tratto di mura. Le folate di vento e la pioggia battente hanno piegato antenne, portato via coppi e comignoli, divelto segnali stradali e sradicato decine di alberi in varie zone della città. Lungo viale Tigli e viale Spalato parecchie piante sono state sradicate e cadendo hanno centrato in pieno le auto parcheggiate, almeno 4, per fortuna senza provocare feriti.
GLI INTERVENTI
Numerosi gli interventi dei vigili del fuoco per rimuovere rami e tronchi spezzati e pericolanti. La zona di Borgo San Zeno a ridosso della chiesa è finita sott'acqua, come pure il vallo. I blackout a singhiozzo, improvvisi e prolungati, hanno interessati invece l'intera città mentre al secondo piano di un edificio fuori dalle mura una centralina elettrica è andata in fiamme, con tanto di scoppi. Per far fronte alla situazione sono stati mobilitati i volontari della Protezione civile non soltanto della città murata ma anche dell'intero distretto del Montagnanese, con 3 o 4 squadre sopraggiunte dai comuni limitrofi, dove i danni provocati dal violento nubifragio sono stati più contenuti. In via Ca' Manin, che collega Montagnana a Casale di Scodosia, il vento è riuscito a far rotolare fino alla strada alcune balle di paglia del peso di oltre 3 quintali, tanto che la strada è stata chiusa fino a quando i pericolosi ostacoli non sono stati rimossi.
«È stato un vero disastro» afferma il sindaco Loredana Borghesan, pensando soprattutto alla merlatura danneggiata. Probabilmente ci vorranno giorni prima che la situazione, lungo le strade e nelle proprietà private torni alla normalità. Per il momento si lavora sull'emergenza, poi si provvederà alla conta dei danni, pesantissimi non soltanto per il patrimonio architettonico della città ma anche per l'agricoltura.
A BORGO VENETO
A Borgo Veneto invece i disagi sono stati più contenuti e circoscritti soprattutto alle località di Saletto e di Megliadino San Fidenzio, dove la corrente è mancata per oltre mezz'ora, mettendo fuori uso anche il semaforo lungo la Sr10, all'incrocio con via Garzara. «I vigili del fuoco sono intervenuti in via Prà di Botte per rimuovere alberi e rami caduti» spiegava ieri al telefono Michele Sigolotto, con il rumore delle seghe elettriche in sottofondo. A Casale di Scodosia, nel parco dell'asilo comunale, il vento ha sradicato un albero e ne ha abbattuti altri due mentre a Megliadino San Vitale non ci sono state particolari criticità. «Siamo stati graziati» commenta il sindaco Silvia Mizzon. Montagnana, invece, ne è uscita martoriata.
Maria Elena Pattaro
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