«Trattati in modo brutale, ma speriamo nel confronto»

Venerdì 17 Gennaio 2020
«Trattati in modo brutale, ma speriamo nel confronto»
LE REAZIONI
PADOVA Un trattamento ingiusto, brutale, immeritato. I nuovi vertici e i soci storici della Clac non ci stanno a passare alla stregua di un «centro sociale da sgomberare». Con la determinata pacatezza impressa fin dalle origini dal fondatore Francesco Piva, scomparso quattro anni fa, ora chiedono l'apertura di un confronto con l'amministrazione comunale «perchè - accusano - il cammino che avevamo intrapreso è stato bruscamente interrotto».
Alla guida della Comunità per le Libere attività culturali c'è da due mesi Salvatore Gentile, 34 anni, architetto. «La mossa del Comune - commenta - ci ha spiazzati, un atteggiamento sprezzante nei confronti del lavoro di salvaguardia dell'ex Macello e di promozione culturale, ambientale e sociale che da oltre 40 anni portano avanti le associazioni». Brucia il fatto che nulla ufficialmente sia stato notificato prima del blitz con tanto di forze dell'ordine. «E dire che da tempo avevamo intavolato un dialogo con l'assessore Andrea Micalizzi, eravamo convinti che la situazione si rivolvesse in ben altro modo».
LA POLEMICA
Nel mirino del Comune, a quanto pare, ci sarebbe soprattutto Cucina Brigante, che si occupa di lotta allo spreco alimentare. «Facinorosi? Vicini ai no global? Mi viene da ridere - afferma Gentile - Credo che Cucina Brigante svolga un'opera meritoria, in caso contrario noi stessi saremmo stati i primi a prendere provvedimenti contro eventuali estremismi». Il dito piuttosto è puntato proprio sull'amministrazione comunale. «In questi anni si è susseguita una serie di inadempienze, cito solo la vicenda del Parco Didattico, chiuso dopo il fortunale del 2018. Non è stato mosso un dito per ripristinarlo». Per quanto riguarda la palazzina incriminata, le trattative erano in corso. «Avevamo aperto un confronto per superare lo scoglio dell'agibilità, offrendoci anche di reperire fondi ad hoc. La Clac, dichiarata nel 1991 dall'Unesco Tesoro del mondo, non può esistere se non all'ex Macello. Auspichiamo una ripresa del dialogo».
Sulla stessa linea Andrea Brugiolo, di Free Software Users Group. «Dietro questa iniziativa c'è una volontà politica precisa. Da tempo di parla per l'ex Macello di una Cittadella della scienza, ma qualsiasi progetto si abbia in mente si dovrebbe integrare con la storica presenza della Clac, una realtà che per tanti anni ha operato in maniera sussidiaria rispetto all'ente pubblico, un laboratorio culturale che ha fatto molto per la città».
I COMPONENTI STORICI
Il socio anziano è Adriano Menin, 69 anni, del Gruppo Speleologico del Cai, all'ex Macello dal 1981. «Quanto accaduto è molto grave - afferma - La vicenda poteva essere benissimo condotta in una maniera meno drastica e brutale. Si sa che la sede dell'ex Macello ha problemi da risolvere per l'agibilità, ma non vorrei che invece si pensasse a un'esclusione della Clac, lì da 40 anni a presidio di una struttura che ha salvato dall'abbandono, in favore di altri progetti». Il blitz, conclude l'architetto Vittorio Dal Piaz del Comitato Mura «è l'ultimo e ingiustificato episodio di una serie di gravi inadempienze che l'amministrazione pubblica ha rivolto nei riguardi di un complesso presidiato con continuità dalla comunità di associazioni che si sono avvicendate nel tempo».
Maria Grazia Bocci
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