TESTIMONIANZE
CAMPOSAMPIERO «E' sicurezza questa? Le ferite fisiche saranno

Sabato 20 Ottobre 2018
TESTIMONIANZE
CAMPOSAMPIERO «E' sicurezza questa? Le ferite fisiche saranno superate dopo i giorni necessari alla guarigione. E quelle psicologiche? E' possibile che quell'uomo, dopo l'aggressione alla mia compagna, salva solo per l'intervento di un vicino, che ringrazio, sia ai domiciliari perchè è incensurato?». Pone le domande in modo risoluto ma civile e composto, F.B., 43 anni, compagno della donna picchiata da un marocchino giovedì sera. Domande legittime, sapendo benissimo quello che la persona cara ha e sta passando. Sapendo che adesso per lei non sarà assolutamente più come prima. «Un anno e mezzo fa un furto in casa. Poi nulla. Il nostro è un quartiere tranquillo, nuovo, ordinato, illuminato. L'altra sera si stavano allenando a calcio sul campo qui di fronte. C'era movimento. Nonostante ciò - continua l'uomo - è successo quello che è successo: purtroppo non sei più tranquillo da nessuna parte, se non si pone rimedio con severe punizioni». Mentre F.B. parla all'esterno del condominio, passano alcuni residenti che gli chiedono come stia la compagna esprimendo poi sdegno per quanto avvenuto.
«L'aggressore era ubriaco - continua - abbiamo trovato la sua bicicletta ed una bottiglia di vino mezza piena. Mi sono chiesto perchè non sia fuggito come tutti i ladri quando vengono scoperti. Non solo ha picchiato la mia compagna, ma lo ha fatto due volte. Perchè tutta quella ferocia? Ha visto certamente che era una donna. Io non riesco ad entrare nella testa di un uomo del genere. Siamo tutti veramente sorpresi ed amareggiati di quanto è avvenuto di fronte a casa, non a notte fonda, ma alle nove di sera. Ed ancor più lo siamo dopo che si è saputo che adesso si trova nella sua abitazione, ai domiciliari, ma sempre a casa sua». F.B. non fa assolutamente nessun riferimento all'origine straniera dell'aggressore.
«Abitiamo qui da due anni. Di solito scendo io alla sera con il cane o a portare l'immondizia, ma - sottolinea - non c'è mai stato prima d'ora nessun segnale, fatto, episodio, che potesse far pensare di non essere tranquilli di fronte alla propria abitazione, a pochissima distanza da un impianto sportivo e da altre abitazioni. Non ero però in casa ieri (giovedì, ndr). Mi hanno telefonato dicendomi quello che era successo e sono corso subito all'ospedale. Siamo ritornati oggi una seconda volta perchè di sera non si effettuano le radiografie».
Il suo primo desiderio, accanto al corso che farà la giustizia, è che la compagna possa stare meglio quanto prima dopo la terribile esperienza.
«Le hanno dato venti giorni di prognosi. Speriamo non ci siano conseguenze future per le ferite. E' ovviamente molto provata. Oggi è arrivato il fratello che abita a Varese. Importante in questi primi momenti che le persone care le stiano vicino, le diano tranquillità e serenità».
M.C.
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