STANGHELLA
Piange e si dispera. «Se on posso più vedere mia figlia

Mercoledì 29 Gennaio 2020
STANGHELLA
Piange e si dispera. «Se on posso più vedere mia figlia mi uccido». Mohamed Barbri, il marocchino di Stanghella accusato di aver ucciso e di aver nascosto il cadavere della moglie Samira El Attar, ieri mattina in carcere a Rovigo è crollato davanti al suo avvocato. Daniele Pizzi del foro di Milano gli ha spiegato che la sua posizione è gravissima. Il legale ha incontrato per due ore il 41enne. L'obiettivo era quello di renderlo cosciente delle accuse che pendono sul suo capo.
«L'ho trovato molto provato - spiega il legale - non tanto dalla condizione carceraria ma dalla situazione in cui è finito. Gli ho fatto capire che potrebbe trascorrere la vita in galera. Lui forse l'ha compreso solo adesso e mi ha detto che piuttosto si toglie la vita perché non vuole vivere senza sua figlia».
Ma su un punto Barbri non cede: proclama ancora una volta la sua innocenza. Ammette che andare in Spagna in quel modo è stato un errore, ma assicura di non avere a che fare con quanto successo a sua moglie. L'avvocato Pizzi: «Sta riflettendo molto. Io gli ho ripetuto che se è stato lui a uccidere Samira deve collaborare nel suo stesso interesse. Gli ho riportato le dichiarazioni dei 15 testimoni che si trovano sull'ordinanza e le tante incongruenze sulle sue versioni dei fatti. Il gps del suo cellulare lo localizzava sulle rive del Gorzone, ma lui ha ribadito che la notte della sparizione non è stato in quel posto ed è pentito di essere andato in Spagna. Chiede sempre della figlia di 4 anni. Ha pianto, c'è il rischio che non abbia mai più la libertà ed è bene che ne sia consapevole. Se ha ucciso Samira deve confessarlo, se non è stato lui però non può far ritrovare un corpo che non ha sepolto».
Il legale spiega di aver affrontato anche la strategia difensiva. Strategia che dev'essere presentata entro venerdì istanza al tribunale del riesame di Venezia Stiamo ancora valutando. Ma anche su questo punto non ci sono certezze: «Vorrebbe fa richiesta di scarcerazione, ma devo studiare gli atti per capire se ci sono gli estremi perché questo avvenga».
I carabinieri nel frattempo continuano a cercare Samira. Dietro la loro casa di via Statale, nei pozzi artesiani, in quelli che costellano i corsi del Gorzone e del Frassine. Ma della donna ancora nessuna traccia, a 100 giorni dalla sua sparizione.
Marina Lucchin
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