Spedisce foto porno, bufera sul sacerdote

Mercoledì 23 Ottobre 2019
IL CASO
PADOVA Un'altra vicenda a luci rosse. Anche stavolta dolorosa come una ferita per la Chiesa padovana. Perché pure in questo caso il protagonista è un sacerdote. Dopo lo scandalo che aveva travolto don Andrea Contin, sospeso poi a divinis per i festini hard, alla ribalta è finito ora don Graziano Rizzo, 73 anni, il quale dalla fine di settembre è stato sollevato dall'incarico di collaboratore del parroco delle Cave don Florindo Bodin. È stato proprio quest'ultimo a riportare ai vertici della Diocesi la segnalazione arrivata dalle famiglie dei bambini che si accingono a ricevere Cresima e Comunione: nella chat di cui fanno parte 22 genitori e i catechisti il prelato aveva inviato per errore un'immagine-choc in cui si vedono in primo piano il pene e la mano piena di anelli (persino sul pollice ce ne sono due) di un uomo non giovanissimo. Sullo sfondo due santini, uno dei quali della Madonna del Rosario. Non si sa se il prelato l'abbia scaricata dal web, o scattata lui stesso, fatto sta che quando mamme e papà se la sono vista sul telefonino sono corsi dal parroco che subito ha avvisato il vescovo: due giorni dopo don Graziano è stato rimosso e trasferito alla Casa del Clero di via San Girolamo. «Per me la questione è finita qui - ha detto l'anziano sacerdote protagonista dell'episodio -. Con il mio trasferimento la vicenda si è risolta e non ho altro da dire. Adesso lavorerò alla Casa del Clero con nuovi compiti». E se di sicuro la spedizione via whatsapp è avvenuta per errore, tenuto conto che pure in passato don Graziano ha dimostrato di non essere ferrato sull'uso delle tecnologie mandando messaggi alle persone sbagliate, resta il mistero sul perchè ci fosse una foto del genere nel cellulare di un prelato che, tra l'altro, fino a un paio di anni fa si occupava della sala di preghiera nel centro profughi di Cona.
LA VERSIONE
All'interno della Diocesi a seguire la vicenda, oltre a monsignor Claudio Cipolla, è il vicario generale don Giuliano Zatti, che ha interrogato don Graziano appena i fatti sono emersi. Inizialmente quest'ultimo ha affermato di essere stato vittima di un hacker, ma poi ha mostrato tutto il suo imbarazzo e ha scelto il silenzio. In attesa che don Zatti concluda la sua indagine, a parlare è stato ieri don Marco Cagol. «Nel giro di poche ore - ha sottolineato - il sacerdote in questione è stato allontanato dalla parrocchia e gli è stato detto di non esporsi più. Lui ha ripetuto che la foto è finita erroneamente sul suo cellulare. Non si sa come stiano le cose e se si tratti di un episodio isolato. Non si capisce se stesse chattando con qualcuno quando il messaggio è comparso nel gruppo whatsapp di catechisti e genitori. Il nostro primo pensiero è stato di tutelare le famiglie, di mettere in sicurezza la comunità e lui ha accettato senza dire nulla il fatto di essere ritirato dalla parrocchia. Certo, si tratta di un fatto grave e spiacevole, che non può lasciare indifferenti. Un fulmine a ciel sereno per noi e per il parroco. Per questo il vescovo non ha esitato a dare un segnale per far capire che la questione non è stata affrontata con leggerezza. Ora cercheremo di valutare l'esatta dinamica dell'accaduto e di appurare da dove provenga l'immagine».
LA NOTA
Dal Palazzo vescovile è stata poi diramata una nota ufficiale. «In merito alla notizia sulla diffusione di una foto dal contenuto inequivocabile, da parte di un presbitero diocesano, in una chat della parrocchia (si precisa di adulti) dove prestava servizio (non come parroco, ma come collaboratore) si precisa che, appena appreso il fatto, e in attesa di valutare le circostanze dell'accaduto e di eventuali ulteriori provvedimenti da attuare nei confronti del sacerdote, la Diocesi ha provveduto immediatamente ad allontanarlo dalla parrocchia e da qualsiasi altro ambito pastorale, a tutela di tutta la comunità».
Nicoletta Cozza
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