Soranzo: «Non svendiamo, chi acquista paghi 8 milioni»

Mercoledì 23 Maggio 2018
LA POSIZIONE
PADOVA «Noi siamo un ente pubblico, ci occupiamo di strade e di scuole per le quali dobbiamo mettere a disposizione risorse. Dunque se i privati sull'area del Pp1 vogliono farci un'offerta che sia anche di un centesimo superiore alla base d'asta di 8 milioni va bene. Ma diversamente non possiamo fare. Il bene era già stato messo all'asta sei anni fa per 15,6 milioni di euro, ha già dimezzato il suo valore».
Con il presidente della Provincia Enoch Soranzo non attacca. Nel senso che ha respinto in questi anni ogni sirena che lo inducesse a vendere la sua cubatura nell'area a trattativa privata. «Abbiamo speso, nel tempo, anche delle risorse pubbliche, partecipando alla progettazione senza ottenere poi nulla. Una perizia fatta l'anno scorso ha sentenziato che il bene valeva 9 milioni, ora l'abbiamo messo a meno della metà per cui era stato acquisito dunque... Se non arrivassero offerte gli uffici hanno il compito di metterlo di nuovo all'asta allo stesso valore».
L'ultimo bando è scaduto il 30 marzo. La proprietà della Provincia nell'area Pp1 Ex gasometro ha una superficie di 5.902 metri quadrati, divisa in due lotti, uno in particolare si affaccia su via Trieste, con una potenzialità edificatoria di 40 mila metri cubi e superficie lorda vendibile fuori terra di 11.827 metri quadri (9.706 direzionale e 2.121 commerciale) oltre a 50 box auto al piano interrato (4.500 metri quadrati).
«Noi su quell'area ci siamo detti disposti a fare qualsiasi intervento che riguardi una dotazione pubblica, ad esempio ospitare la nuova Questura. Ma non è nelle possibilità della Provincia fare uffici o residenze al posto delle scuole».
E allora? «La legge dà la possibilità a un ente pubblico dopo diverse aste deserte di ricevere una domanda formulata all'ufficio protocollo con un'offerta che sia leggermente superiore al prezzo dell'ultima base d'asta. Se arriva la valutiamo».
Ma quell'area risulta fortemente degradata. «Abbiamo partecipato anche noi su richiesta del Prefetto alla riunione di tutti i compartisti e ci siamo detti d'accordo di sostenere per la nostra parte le spese per la pulizia e il ripristino della recinzione, altro non possiamo fare».
Poi getta un'ombra sui tempi di recupero dell'area. «Anche se ci fosse la volontà del nostro organo collegiale di approvare delle modifiche ci vorrebbero dei mesi».
Non ci sono dunque molte speranze di cambiare a breve la situazione. Anche il sindaco Giordani che dice: «ogni volta che ci passo odio quel tendone crollato su uno degli ingressi più importanti della città» ammette che: «Ho fatto venti riunioni in un anno ma la situazione è veramente complicata». Anche se ovviamente non perde le speranze.
Finora l'ultimo piano che fra l'altro era stato accettato dal Comune l'ha fatto Autodromo Italia alla quale era stato concesso di usufruire dei benefit per aree degradate concesso dal piano casa, insomma di poter aumentare la volumetria fino al 40 per cento.
M.G.
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