(m.a.) L'udienza preliminare che vede imputato l'ex comandante del Nucleo di polizia giudiziaria della Procura, il luogotenente dei carabinieri Franco Cappadona, è slittata al 13 luglio. Il militare dovrà rispondere davanti al gup Cristina Cavaggion dei reati di favoreggiamento personale, rivelazione e utilizzo di segreti d'ufficio in concorso con l'ex portaborse del Doge trevigiano Carlo Bernini, il settantenne Franco Ferlin, figura di spicco della Tangentopoli veneta dei primi anni Novanta. Cappadona, secondo l'accusa, avrebbe raccontato al telefono gli sviluppi delle indagini in corso informando politici di spicco e amici degli accertamenti in atto da parte della Procura. Sarebbe stata una sua soffiata a Carlo Emanuele Pepe, direttore generale di Arpav, a inguaiare Ferlin. Era l'inizio del 2011. Pepe avrebbe infatti raccontato a Ferlin quanto appreso dall'allora comandante della squadra di polizia giudiziaria. E l'ex portaborse di Bernini avrebbe a sua volta avvisato il destinatario della soffiata. Si tratterebbe di Aldo Luciano Marcon, già direttore dell'Ater, imputato di corruzione e turbativa d'asta nell'ambito dell'operazione Pantano. Nell'aprile 2013 Cappadona avrebbe riservato identico trattamento all'ex governatore del Veneto Giancarlo Galan avvertendo l'allora consigliera regionale forzista Regina Bertipaglia che la Guardia di finanza stava compiendo accertamenti su Villa Rodella. Intanto Cappadona a settembre andrà in Appello per la sua condanna a quattro anni nel processo Arpav, mentre a giugno andrà in Cassazione, per la stessa vicenda, l'avvocato Giorgio Fornasiero, già condannato in udienza preliminare a due anni e sei mesi di reclusione poi ridotta in Appello a un anno e otto mesi.
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