Siringhe e sangue nel pianerottolo, i residenti: «Qui ora è un inferno»

Mercoledì 19 Febbraio 2020
Siringhe e sangue nel pianerottolo, i residenti: «Qui ora è un inferno»
IL CASO
PADOVA Aprire l'uscio e rischiare di trovarsi tra chiazze di sangue, fazzoletti sporchi, siringhe usate. Rifiuti che restano a terra per giorni nell'androne di una palazzina eletta a ricovero di un uomo ridotto a un'ombra. Una presenza assente eppure tangibile, uno strazio e una preoccupazione costante per chi in quel condominio si è trovato a subire una convivenza forzata e ora teme per la propria situazione.
LA SITUAZIONE
Nel girone dantesco di via Savelli quella verso l'inferno non è una discesa ma una salita. Di soli quattro piani, eppure sufficienti per vedere tutte le fasi del precipizio della droga e del degrado. Nel complesso residenziale che affaccia sul grande parcheggio dove durante il giorno vi è un fitto viavai di lavoratori, uno degli interni è diventato la tana di un tossicodipendente. I residenti fanno del loro meglio per impedirgli l'ingresso eppure da più di sei mesi la sua presenza è costante. È un uomo italiano, apparentemente giovane, ma dargli un'età è impossibile: «Quando è qui è catatonico. Un fantasma accasciato nel suo giaciglio. Parlargli è impossibile perché non risponde o al massimo mugugna» spiega in inglese Mike, inquilino nigeriano che vive in uno degli appartamenti a disposizione di una cooperativa.
L'estraneo ha trovato rifugio lungo la rampa di scale che dal quarto e ultimo piano porta verso il terrazzo condominiale soprastante. Sul pianerottolo a metà scala, oltre un groviglio di biciclette appese alle ringhiere, giacciono i suoi miseri averi: un materasso logoro coperto di avanzi di cibo, mozziconi e rifiuti, una miriade di cartacce e bottiglie vuote, un paio di ciabatte bucate e un bouquet di siringhe usate, con le macchie di sangue a costellare la composizione. Di lui, durante il giorno, non v'è traccia: «Viene solo la notte, arriva tra mezzanotte e le due per drogarsi e poi collassa per qualche ora prosegue il residente la mattina sparisce».
ALLARME
La situazione è nota da mesi, le segnalazioni sono fioccate e le contromisure erano scattate già lo scorso autunno. «Abbiamo controllato il portone d'ingresso per essere certi che non restasse aperto nemmeno per sbaglio spiega l'amministratore Vittorio Tasso Abbiamo anche rimosso la porta metallica che dalla scala dell'ultimo piano conduce al tetto, proprio davanti al giaciglio. Speravamo che visto il freddo se ne andasse, invece non ha sortito risultato». Se in alto infatti le temperature rigide si fanno sentire, lo sgradito ospite ha cominciato a ovviare spostandosi ai piani inferiori.
«Adesso la notte entra e si inietta la droga sul pianerottolo del secondo o terzo piano racconta una residente solo quando è ormai del tutto insensibile sale di sopra». Domenica notte l'ultimo atto del macabro spettacolo si è svolto al secondo piano esattamente davanti all'ingresso di un appartamento attualmente vuoto. Una siringa, un laccio emostatico, frammenti di un volantino, fazzoletti sporchi e grandi chiazze di sangue ieri mattina campeggiavano ancora ormai secche sul marmo bianco del pavimento. «Li abbiamo trovati lunedì mattina ma non è la prima volta prosegue l'inquilina talvolta si bucava appoggiato al davanzale del pianerottolo e gli schizzi di sangue finivano addirittura sul muro esterno».
Nei pressi del giaciglio le condizioni igieniche sono aberranti, il pavimento tempestato di chiazze maleodoranti. Il dubbio che accomuna i residenti è come riesca a entrare nel palazzo: «Secondo me ha una chiave spiega un uomo di certo non suona e la notte è impossibile che aspetti chi entra o esce. Dal terrazzo non si passa, dai garage neppure. Una volta rincasando l'ho sorpreso mentre armeggiava sulla serratura ed è andato via, ma in qualche modo entra e questo è un problema». Quel che è certo è che non si tratta di un residente né di qualcuno che abbia mai vissuto lì e che dunque possa aver tenuto la chiave: «Spero non ci sia qualcuno che lo fa entrare aggiunge l'amministratore - Sarebbe gravissimo».
LA BATTAGLIA
«Ci stiamo battendo perché qualcuno ci aiuti, ma fino ad oggi i nostri appelli sono rimasti inascoltati prosegue Abbiamo fatto decine di segnalazioni, ma nessuno è mai intervenuto. Siamo abbandonati».
«Ho chiamato più volte e mandato e-mail a polizia locale e Aps, poi anche le forze dell'ordine lamenta una donna ma hanno sempre risposto che non era loro competenza e che la sporcizia dobbiamo rimuoverla da soli. Chi mai potrebbe raccogliere sangue e siringhe? Chi mi dice che questa persona non abbia malattie terribili?». Nel palazzo vi sono le sedi di diversi uffici e associazioni, gli alloggi per migranti di due cooperative e una manciata di appartamenti di privati. Temono che il valore degli immobili si abbassi, che i clienti non vogliano più fargli visita, che altri sbandati si rifugino lì: «Qualcuno deve intervenire. Metteremo delle telecamere, ma sono le forze dell'ordine che devono garantire la nostra sicurezza». La polizia locale ha confermato di aver ricevuto lunedì sera una segnalazione e che già oggi dovrebbe avviare i controlli: «Purtroppo si tratta di un'area privata. Aps non vi ha competenza e noi possiamo soltanto allontanare la persona in questione, mentre il decoro e le pulizie sono a carico dei residenti. È importante essere chiamati mentre la persona si trova lì, perché solo così possiamo capire chi è e valutare il da farsi» ha assicurato il comandante Lorenzo Fontolan.
Serena De Salvador
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