Sigarette spente sulle braccia della consorte, è ai domiciliari

Domenica 21 Ottobre 2018
I SOPRUSI
PADOVA Pareva una banale lite tra coniugi. Quello che è emerso dopo assomiglia ad un film dell'orrore: perché la vittima, una 36enne di Villa del Conte, ha denunciato ai carabinieri una lunga sequela di violenze, consumate spesso davanti alle figlie di 16 e 8 anni. Un inferno durato sei anni tra calci, pugni, insulti e minacce. La donna, che aveva ripetutamente sporto denuncia salvo poi essere costretta a ritirarla per le pesanti ritorsioni del consorte, ha riportato lesioni con lunghi periodi di inabilità. Il marito, un 43enne di Cassola, nel vicentino, incappava spesso in crisi colleriche, anche a causa dell'abuso di sostanze alcoliche e talvolta di stupefacenti. Se la prendeva regolarmente con gli oggetti di casa mandandoli in mille pezzi e tutti i tentativi di placarne l'ira risultavano vani. A farne le spese era sempre la moglie: lui le spegneva le sigarette sulle braccia, le aizzava contro il pitbull di famiglia e in un'occasione - nell'aprile scorso - le avrebbe sferrato una coltellata con un taglierino provocandole una grave lesione tendinea alla mano destra. La 36enne ha dovuto sottoporsi ad un intervento chirurgico con cui le è stato riattaccato il pollice.
La spirale di violenza si è interrotta qualche settimana fa quando i vicini di casa, spaventati dall'ennesima lite domestica, hanno avvisato i carabinieri. Quando i militari della stazione di Romano di Ezzelino hanno suonato al campanello il 43enne, in stato di agitazione, ha pensato bene di scagliarsi nuovamente contro la donna e di colpirla con pugni in faccia. Il pronto intervento dei carabinieri ha evitato il peggio. L'uomo, che lamentava evidenti disturbi comportamentali, è stato inizialmente ricoverato nel reparto di psichiatria dell'ospedale di Bassano. Poi il gip l'ha spedito agli arresti domiciliari con l'accusa di maltrattamenti. In caso di successiva revoca della misura dovrà essere trasferito in una struttura psichiatrica per affrontare un percorso terapeutico.
Nel frattempo la donna ha fatto armi e bagagli assieme alle figlie, avute da un precedente legame, ed è tornata a vivere a casa dei genitori a Villa del Conte. Si è affidata al Centro Antiviolenza di Padova, che le ha assicurato il necessario supporto psicologico oltre all'assistenza legale, affidata all'avvocato Pierilario Troccolo.
L.I.
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