Si inventano la spazzatrice super e la vendono in tutto il mondo

Lunedì 24 Febbraio 2020
LIMENA
Decidere di inventare un prodotto innovativo, per resistere sul mercato e stare al passo con le grandi aziende internazionali, oppure rischiare di soccombere. É la scelta di fronte alla quale, al momento della crisi del 2008, si sono ritrovati Lorenzo e Massimo Ragazzo, fondatori, con i figli Susanna, Nicoletta e Luca, di MP-HT, srl con dodici dipendenti di Limena, specializzata nella produzione di spazzatrici per la pulizia di ambienti urbani e industriali.
É così che i due fratelli, tecnici-artigiani con una trentina d'anni di esperienza nel settore, hanno ideato, progettato e realizzato Maxwind, quella che oggi è l'unica macchina al mondo a conduzione a mano idonea, per piccole dimensioni, peso contenuto e tecnologia d'avanguardia, a provvedere alla pulizia, detersione, disinfezione e filtraggio di polveri sottili in spazi delicati come i centri storici di antichi borghi e città d'arte, caratterizzati dalla presenza di calli, vie strette, portici, piazzette e marciapiedi. «Ovvero spiega Lorenzo Ragazzo - superfici dove le grandi spazzatrici tradizionali non possono arrivare, e dove solitamente l'igiene è affidata al lavoro manuale di operatori con scopa e paletta».
NELLE CITTÁ TURISTICHE
Ad oggi, Maxwind è l'unica spazzatrice utilizzata a Venezia, «che è la città più difficile al mondo da pulire, sia per conformazione sia per il problema di non sovraccaricare la pavimentazione con pesi ingenti», sottolinea Ragazzo. Dal 2016, l'igiene nel capoluogo lagunare è assicurata da una decina di questi strumenti. Inoltre, le spazzatrici che misurano poco più di un metro in altezza, larghezza e lunghezza, ecologiche in quanto completamente elettriche, sono in uso in numerose località in tutta Italia, come Capri, Cefalù, Lecce, Limone sul Garda, contraddistinte da raffinate architetture che richiedono manutenzioni particolarmente rispettose. Non solo. La srl di Limena esporta in tutto il mondo: «Siamo presenti in capitali come Parigi, Londra e Madrid, in Australia, Cina, Dubai, Arabia, Corea, Argentina, Polinesia e molti altri Paesi, ed ora puntiamo su Usa ed Asia», riferisce il titolare di MP-HT, che prosegue nel racconto: «Per sopravvivere dopo il 2008, abbiamo deciso di collocarci nella nicchia di mercato del settore urbano outdoor, dove non abbiamo trovato grossa concorrenza».
«Inoltre continua - poiché ci eravamo accorti che la crisi aveva comportato, per i Comuni italiani, una riduzione delle risorse da investire nella pulizia delle strade, abbiamo pensato di progettare un apparecchio che fosse economico nella gestione e di semplice utilizzo da parte dei netturbini, privi di specializzazione nella conduzione di macchinari. In questo modo chiarisce - abbiamo ottenuto anche il vantaggio di accrescere il livello di soddisfazione degli addetti alle pulizie, in grado di svolgere più interventi in minor tempo, senza venire a contatto con la polvere e con risultati più evidenti di eliminazione della sporcizia. Di conseguenza, aumenta anche la soddisfazione della cittadinanza e delle amministrazioni comunali». E precisa: «Grazie a queste caratteristiche, il nostro prodotto viene apprezzato anche in Paesi in via di sviluppo, come Perù, Ecuador, Cile, Panama e altri».
Maxwind è uscita sul mercato nel 2013. «In Veneto c'è tutto ciò che serve per lanciarsi nelle innovazioni commenta l'imprenditore - grazie alla presenza di una rete di piccole aziende che operano in sinergia con competenze diverse, ad esempio carpentieri, studi di ingegneria, ditte specializzate in tecnologia avanzata per l'elettronica e la meccanica, e tantissimi magazzini dove c'è a disposizione tutta la componentistica che può servire per ideare e creare prodotti nuovi. Inoltre abbiamo operai fra i migliori al mondo. Si tratta di un patrimonio di conoscenza sviluppato negli ultimi 50 anni, che è indispensabile tutelare e valorizzare. Perciò conclude - per una realtà come la nostra, specializzata in prodotti tecnologici di qualità, non avrebbe senso delocalizzare, ma ci rendiamo conto che rispetto ad altri Paesi europei, in Italia siamo penalizzati da un'eccessiva burocrazia e dalla confusione delle normative, senza le quali potremmo posizionarci a livelli ancora più elevati nel mondo».
Isabella Scalabrin
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