Servizi sociali, una rivoluzione con quattromila richieste d'aiuto

Martedì 19 Gennaio 2021
PALAZZO MORONI
PADOVA Sono almeno tre i momenti che l'assessora Marta Nalin non dimenticherà mai. Per il primo bisogna tornare a sabato 7 marzo, giorno in cui Padova si scopre zona rossa: «Il sindaco convoca me, Caritas e i rappresentanti del volontariato. Ci guardiamo negli occhi e capiamo che siamo davanti a qualcosa di enorme. Ci chiediamo cosa fare, vengono fuori un sacco di idee». Il secondo poche settimane dopo, quando la pandemia è esplosa davvero: «Mi chiama Niccolò Gennaro, direttore del Centro servizio volontariato. Mi dice che ci sono duemila volontari pronti a rimboccarsi le maniche. Una carica incredibile». Il terzo mercoledì 23 settembre, quando viene scoperto un focolaio all'asilo notturno del Torresino: «Una notte intera passata a studiare soluzioni. Ce l'abbiamo fatta».
Tre diapositive in cui sono racchiuse tante sfaccettature di un 2020 che gli operatori dei Servizi sociali del Comune di Padova si porteranno dietro per sempre. I timori legati all'emergenza, certo, ma anche la grande energia per affrontarla e la capacità di pronto intervento. «L'anno appena trascorso - racconta adesso l'assessore al Sociale Nalin - ci ha ricordato quanto sia importante fare squadra e lavorare tutti assieme».
I PROGETTI
L'assistenza alle persone in difficoltà è un puzzle composto da migliaia di facce e altrettante storie, ma per riassumere il boom di richieste d'aiuto e l'enorme mole di lavoro svolto servono i numeri. Partiamo da quelli dei buoni spesa, forniti a 4.271 nuclei familiari padovani. Di questi, 3.400 sono stati dati a famiglie che non si erano mai rivolte ai servizi sociali. Il boom è stato in primavera quando a richiedere i buoni sono state soprattutto persone sole o famiglie con figli. C'era chi ha perso il lavoro - magari perché impegnato nel settore turistico - e chi doveva ancora ricevere i soldi della cassa integrazione. I buoni sono da 20 euro e si arriva fino a 400 euro per i nuclei con almeno quattro figli. Lo Stato ha trasferito al Comune per questo progetto 2,2 milioni di euro e la seconda fase, scattata subito prima di Natale, ha visto allargare la platea coinvolgendo anche i non residenti come per esempio gli studenti fuori sede.
GLI ALTRI
Il servizio Chiamaci pure, attivato durante la prima ondata, ha visto il centralino preso d'assalto da 17.250 domande d'aiuto o richieste d'informazione di ogni genere. Il progetto Antenna 19 serviva invece a mettersi in contatto con tutti i cittadini over 74 per chiedere se avessero bisogno di qualcosa, magari della spesa alimentare a domicilio. Sono stati intercettati 3.099 padovani.
Un altro progetto importante si chiama Nessuno indietro ed è rivolto a bambini e ragazzi che si trovano in situazioni di difficoltà, come per esempio gli alunni a cui mancano i dispositivi per la didattica a distanza. In un anno sono arrivate 229 segnalazioni e 191 sono state gestite direttamente. La metà riguarda bimbi tra i 6 e i 10 anni.
L'ACCOGLIENZA
Sono 114 le persone a cui i Servizi sociali hanno dato assistenza durante il periodo di quarantena o isolamento fiduciario, portando anche i pasti a domicilio. Sempre a proposito di assistenza vanno evidenziati gli orari potenziati all'asilo notturno del Torresino divenuto h24 durante il periodo del lockdown e durante i giorni in zona rossa: sono state accolte 82 persone. Nella stessa direzione va l'ampliamento orario di Casa Arcella con ulteriori 50 posti. «È stata straordinaria la collaborazione di alcuni ristoratori - sorride l'assessora Nalin - che hanno portato pasti caldi in queste due strutture».
I CAMBIAMENTI
«Abbiamo continuato a garantire i servizi che facciamo da sempre per persone anziane, persone che hanno dipendenze, diversamente abili e così via. Ma abbiamo dovuto cambiare molte cose per l'impossibilità di fare tutto in presenza - spiega Nalin - Al tempo stesso abbiamo messo in campo un lungo elenco di nuovi progetti. Non è stato facile perché quello dei Servizi sociali è sempre stato un lavoro di relazioni in presenza, ma nelle difficoltà ci abbiamo messo tanto impegno e tanta fantasia». Fondamentali, per reggere l'urto delle richieste d'aiuto, anche i rinforzi: in poco più di un anno e mezzo il settore ha visto arrivare 17 nuove figure tra assistenti sociali, amministrativi, educatori, psicologi ed educatori. Assunzioni preziosissime, perché i servizi sociali sono ancora sotto pressione. E quello appena trascorso è stato, per usare le parole di Marta Nalin, «un anno di rivoluzione».
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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