Sempre più connessi, palestrati e sfiduciati: ecco i ragazzi di oggi

Venerdì 7 Dicembre 2018
LO STUDIO ZANZAN
PADOVA Sempre più connessi, sempre più palestrati, studiano più per farsi una cultura personale che per trovarsi un lavoro. Sfiduciati nel futuro, sono però spalancati verso gli altri. E' un popolo di volontari in potenza, anche se non sempre in effetto, quello fotografato dallo studio longitudinale Crescere, promosso dalla Fondazione Emanuela Zancan. La ricerca ha coinvolto oltre 1.000 ragazzi (range 12-18 anni) delle province di Padova e Rovigo seguiti per cinque anni e di cui sono state monitorate crescita, salute e benessere, nella delicata fase di transizione dall'infanzia all'adolescenza, verso l'età adulta.
Partiamo dalla formazione: la scuola piace a 8 su 10 (a 6 su 10 piace abbastanza e a 2 su 10 piace molto). Lo stare chino sui libri è tuttavia fonte di fatica: 3 su 4 si dichiarano abbastanza/molto stressati, con un incremento significativo nel tempo (erano il 27% a 12 anni, sono il 75% a 16 anni). Il rapporto con i compagni è positivo (8 su 10 si sentono accettati per quello che sono) e rimane stabile passando dai 12 ai 16 anni. Invece diminuisce con l'età la fiducia verso gli insegnanti: la percentuale di studenti che si sentono trattati nel modo giusto in cinque anni passa dal 67% al 44%. Con l'età si fanno più difficili anche le relazioni in famiglia, soprattutto il dialogo con padre e madre. Il nucleo familiare resta comunque il riferimento e il nutrimento delle cose belle della vita viene spartito con i pari. Tengono infatti le relazioni con gli amici e i compagni di scuola: sono al primo posto nella classifica per essere felici. Importante per loro è sentirsi accettati per quello che sono, poter seguire le proprie aspirazioni.
Capitolo attività fisica: in 5 anni di osservazione emerge un calo nella pratica sportiva, dai 12 ai 16 anni diminuiscono gli amanti del movimento (dall'87% al 72%) e soprattutto lo sport a livello agonistico (da 59% a 39%). Smettono di fare sport soprattutto quando passano dal primo al secondo grado della scuola secondaria. A 16 anni emerge il boom di chi va in palestra. Tra le attività del tempo libero diminuisce l'uso della televisione e dei videogiochi, aumenta l'attaccamento a internet: tanto che la stragrande maggioranza sono connessi sempre e ovunque.
Alla domanda se sono consapevoli delle potenzialità e dei rischi del web, rispondono che è diffuso accettare amicizie da sconosciuti, dare il proprio numero di telefono, incontrare persone con accordi presi online, ma ne conoscono i pericoli declinati in cyberbullismo, dipendenza, isolamento, fake news, truffe, stalking. Il futuro: quasi la metà dei ragazzi lo vede «pieno di possibilità e di opportunità», il 30% lo considera «pieno di rischi e di incognite». Uno su quattro non sa esprimersi, perché nel futuro scorge entrambi gli aspetti, senza che una visione prevalga sull'altra. Fare un'esperienza all'estero è un pensiero ricorrente: oltre un terzo degli intervistati è disponibile a trasferirsi fuori Italia per lavorare o fare formazione. E la solidarietà? Alla domanda Se ne avessi la possibilità, ti piacerebbe mettere a disposizione le tue capacità e/o il tuo tempo per aiutare chi ha bisogno? 8 ragazzi su 10 dicono di sì senza indugio. E quindi? «È fondamentale ascoltarli e assecondare le loro esigenze positive, avere fiducia in loro. Hanno capacità generative da mettere a disposizione di tutti» commenta il direttore della Fondazione Zancan, Tiziano Vecchiato. Dalla ricerca, aggiunge Gilberto Muraro, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e di Rovigo, emerge con chiarezza l'urgenza di trovare strumenti di ascolto.
Federica Cappellato
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci