Scuole, non si cambia: così fino al 5 giugno

Venerdì 7 Maggio 2021
L'ISTRUZIONE
PADOVA Avanti così fino alla fine dell'anno scolastico. Il prefetto, il provveditore e i vertici di Busitalia ieri mattina si sono riuniti in videoconferenza per sancire la strada che gli istituti superiori seguiranno da qui al 5 giugno. Non è più tempo di sperimentazioni: per queste ultime settimane la parola d'ordine è continuità. Le classi seconde, terze e quarte proseguiranno con la didattica a distanza al 50 per cento mentre le prime e le quinte saranno interamente in classe. Vale per l'intera provincia ma non per Padova, che fa eccezione: in città solo gli studenti di quinta saranno sempre in presenza mentre gli studenti iscritti al primo anno proseguiranno con le lezioni da casa al 50 per cento. La riunione di ieri serviva proprio a verificare la possibilità di riportarli tutti in aula: niente da fare, gli autobus sono già pieni così.
IL NODO
Al vertice convocato dal prefetto Renato Franceschelli erano presenti il direttore dell'Ufficio scolastico provinciale Roberto Natale, il direttore di esercizio di Busitalia Davide Pacifico e il rappresentante dei bus operator privati Gianluca Bonaventura. La Provincia era rappresentata dal tecnico Marco Selmin, il Comune di Padova dagli assessori Andrea Ragona e Cristina Piva.
L'obiettivo era verificare anzitutto il reale utilizzo dei mezzi di trasporto, che oggi devono viaggiare al 50 per cento della propria capienza. È emersa una situazione a due facce. Tutto bene in provincia, dove gli autobus in servizio consentono di portare a scuola anche tutti gli alunni delle prime. Più problemi in città, dove viaggiano pieni soprattutto il tram e due linee dei bus: la numero 10 (da Ponte di Brenta a Sarmeola o Caselle di Selvazzano) e la 14 (parte da Ponte San Nicolò e arriva in stazione passando per via Facciolati e ospedale). Risultato: niente da fare, risulta impossibile prevedere un aumento del numero degli studenti che si spostano ogni mattina nel capoluogo.
I SINGOLI CASI
«Ma ciò non significa che tutte le prime debbano per forza continuare con le lezioni al 50 per cento - spiegano il prefetto e il provveditore - Se ci saranno degli istituti non coinvolte da queste linee del trasporto pubblico che vorranno organizzare il ritorno a scuola dell'intera classe, faremo un apposito tavolo e valuteremo la situazione. Se vedremo che gli autobus reggono, si potrà dare il via libera ai singoli istituti».
I NUMERI
In provincia contiamo complessivamente 107 mila studenti di cui 38 mila delle scuole superiori (gli istituti sono 38). Con il passaggio in zona gialla la percentuale di didattica in presenza è passata dal 50 al 70, soglia fissata da governo. L'obiettivo minimo è stato raggiunto, ma oltre non si riesce ad andare perché non ci sono più autobus a disposizione. A gennaio Busitalia ha messo a disposizione 100 bus aggiuntivi e altri 130 sono stati recuperati dalle società private dei bus operator. Tre settimane fa ne sono stati trovati altri 20. Stop: il fondo del barile è stato raschiato.
IL FUTURO
«Quando l'anno scolastico sarà terminato inizieremo a valutare l'organizzazione per il prossimo, ma prima dovremo capire le indicazioni sulla capienza del trasporto pubblico che darà il governo» dice il prefetto Franceschelli. Fabio Bui, presidente della Provincia, ha le idee chiare: «Se dovremo ancora convivere con la situazione pandemica, allora dovremo ripensare gli orari e iniziare a pensare anche a turni scolastici pomeridiani».
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci