Scuola, ecco il patto anti fragilità

Martedì 6 Aprile 2021
LA NOVITÀ
PADOVA Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio, afferma un antico proverbio africano. Ed è partendo da questo presupposto che è nato il Patto educativo di comunità, che vede coinvolti il 7. Istituto Comprensivo San Camillo con docenti studenti e famiglie, il Comune, l'Università, il quartiere San Lazzaro-Forcellini-Camin, il mondo del volontariato, gruppi e associazioni, con l'obiettivo di individuare soluzioni e interventi nuovi in grado di interpretare i bisogni dei ragazzi, messi a dura prova dalla pandemia. Come dimostra, per esempio, il fatto che alla Giovanni XXXIII, grazie all'input della dirigente Nuala Distilo, sia stato necessario allestire un'aula che si chiama l'isola della calma, gestita dai tirocinanti della facoltà di Psicologia, dove i bambini con fragilità che manifestano dei problemi, aumentati appunto con il lockdown, possono essere seguiti.
I DETTAGLI
Coordinatore del Patto, realizzato con risorse attinte da appositi bandi ministeriali e privati, è Fabio Rocco, docente di Matematica e Informatica nello stesso istituto. «Siamo partiti al termine di un percorso condiviso - spiega - perché i percorsi scolastici hanno evidenziato la necessità di avere un sostegno più ampio, in quanto sono emerse moltissime fragilità e la scuola sta facendo i salti mortali per andare incontro alle nuove necessità. E la risposta non può essere legata solo agli investimenti per il digitale. C'è bisogno di benessere e a garantirlo dev'essere una rete, che mette in atto azioni coordinate». Sono 5, quindi, quelle su cui si focalizza il Patto: la scuola 4.0, che prevede attività con profilo innovativo, per far acquisire ai ragazzini competenza in vista di un futuro lavoro; la scuola aperta, con attività come musica e teatro, ma anche approfondimenti e pratica sportiva utilizzando l'inglese, oltre che aiuto per i compiti, online e in presenza; risorse per supportare le famiglie, come doposcuola e corsi, con servizi in orario curricolare per aiutarle a far fronte alle emergenze; la mia scuola non va in vacanza, con i plessi aperti pure d'estate e nel periodo natalizio; valutazione dei percorsi avviati, affidata agli esperti dell'Ateneo, in maniera che la certificazione delle attività realizzate faciliti la replica di questo modello in altri territori e istituti».
IL COMUNE
«Il Patto educativo di comunità - ha commentato Cristina Piva, assessore ai Servizi Scolastici - è un progetto innovativo che si prende cura dei ragazzi in questo momento difficile per l'educazione. La scuola da sola non può essere sufficiente per assolvere il compito, ma c'è bisogno di un'alleanza di intenti per sostenere la crescita armonica ed equilibrata dei nostri ragazzi. Insieme, ma ognuno per le specifiche competenze, grazie appunto a questa iniziativa, possiamo raggiungere l'obiettivo, coordinando gli interventi e sostenendo la varie attività. Il Comune è già in campo per fare la sua parte: per esempio, allargando l'orario di apertura dei plessi e offrendo maggiori possibilità e opportunità di incontro alle famiglie. Penso in particolare a quelle straniere che hanno la necessità di essere aiutate a inserirsi nel territorio».
Nicoletta Cozza
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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