Scontro sulla mascherina: genitori e preside in tribunale

Venerdì 22 Gennaio 2021
Scontro sulla mascherina: genitori e preside in tribunale
I CASI
PADOVA Tre procedimenti disciplinari a carico di tre distinti insegnanti, ma anche una battaglia legale tra una preside e due genitori. Sono i casi capitati nelle ultime settimane nelle scuole della provincia di Padova e sono tutti e tre in qualche modo legati all'emergenza Covid. Va detto che la stragrande maggioranza degli insegnanti padovani nell'ultimo anno ha operato in totale correttezza, ma non mancano comunque le (poche) situazioni in cui è stato necessario prendere duri provvedimenti.
DOPPIA SEGNALAZIONE
Partiamo dai due richiami formali fatti nei confronti di due insegnanti che non avevano indossato la mascherina durante la lezione. Nessuna posizione dichiaratamente No Mask, ma comunque un comportamento sbagliato e una palese violazione delle regole. Per questo alcuni genitori hanno presentato una segnalazione all'istituto e, appurati i fatti, è stato aperto un procedimento disciplinare con due richiami scritti. La questione si è chiusa così.
IL VIAGGIO
È ancora aperta invece la vicenda che vede protagonista un insegnante di una scuola media che pochi giorni prima di Natale avrebbe dovuto partecipare di persona ad una riunione didattica. Non si è presentato sostenendo di essere malato, ma il certificato fatto pervenire il giorno stesso all'ufficio scolastico portava la firma di un medico di un'altra Regione. È stato aperto un procedimento con il forte sospetto che il professore avesse anticipato il rientro alla propria Regione d'origine (forse per evitare il successivo divieto di spostamento) senza un'adeguata motivazione. L'udienza del procedimento disciplinare è in programma la prossima settimana.
LO SCONTRO
La questione più delicata vede protagonisti una coppia di genitori e una preside di un istituto comprensivo di Padova (di cui omettiamo il nome per tutelare la privacy del minore coinvolto). Tutto nasce all'inizio di dicembre quando mamma e papà chiedono che il figlio venga ammesso in classe senza indossare la mascherina negli spazi comuni, come invece previsto dalla normativa anti-Covid. Il motivo? «Ha una patologia respiratoria». I genitori presentano un certificato medico ma il problema sta nel fatto che quel documento non è stato compilato né dal medico di base che ha in cura il ragazzino né da uno specialista. È firmato da un dentista lombardo che apparentemente nulla avrebbe a che fare con quel problema di salute del ragazzino. La dirigente si rifiuta di accogliere l'alunno senza mascherina e chiede di produrre ulteriore documentazione. Intanto firma un provvedimento che prevede per il bambino la didattica a distanza. L'alunno farà lezione da casa per circa due settimane, fino alle vacanze di Natale. I genitori non ci stanno, impugnano quel provvedimento e trascinano la dirigente in Tribunale.
L'udienza civile si è tenuta i primi giorni di gennaio e in quell'occasione la famiglia ha presentato un valido certificato che effettivamente conferma la patologia dell'alunno, che quindi dal 7 gennaio ha potuto tornare regolarmente in classe. La partita giudiziaria però resta aperta e si fonda sulla legittimità del provvedimento emesso a dicembre dalla preside. «Prima di scriverlo ho consultato l'Ufficio scolastico provinciale, il sistema sanitario e la Prefettura - spiega ora la dirigente scolastica - Le norme parlano chiaro e in quel momento, senza documentazione chiara, non potevo far entrare uno studente a scuola senza mascherina». Ora si attende la sentenza del giudice.
G.Pip.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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