LA NOVITÀ
PADOVA Si accende una speranza per i camici bianchi padovani, finora i meno pagati del Veneto. La Regione ieri ha annunciato che rivedrà le quote dei fondi integrativi per riallineare i compensi tra aziende sanitarie. «L'Azienda ospedale università di Padova è un hub di eccellenza del nostro servizio sanitario regionale ha detto l'assessore alla sanità, Manuela Lanzarin -, il cui personale si misura con i più elevati livelli di complessità clinica con altissima specializzazione. È stato un preciso dovere della Regione cogliere il disagio che si è registrato ultimamente tra i suoi professionisti e intervenire per riallinearne i compensi accessori a quelli delle altre realtà del servizio sanitario regionale». Ieri, quindi, il Consiglio regionale ha approvato il provvedimento, proposto dalla Giunta, collegato alla legge di stabilità 2020 in forza del quale l'azienda ospedaliera padovana potrà rideterminare i fondi dei dirigenti e del comparto fino a raggiungere la media pro capite di quelli delle altre aziende ed enti sanitari nel 2018. «Questo provvedimento, grazie al quale l'Azienda ospedaliera potrà già rideterminare i fondi dal 2020 conclude l'assessore Lanzarin è una delle azioni della Regione mirate a mantenere l'efficienza e l'alto livello qualitativo del nostro modello sanitario, assicurando nelle corsie la presenza di medici, infermieri e tecnici capaci». La polemica nasce dalle differenze di quota per le indennità di carica tra un Ulss e l'altra, l'Azienda ospedaliera ha la cifra più bassa del Veneto. Una discriminazione segnalata da anni dai sindacati dei medici ospedalieri e dai camici bianchi stessi.
LE FIRME
La rivolta si è tradotta anche in una raccolta firme, promossa il mese scorso da Giampiero Avruscio, direttore di Angiologia e presidente Anpo. Migliaia i medici ospedalieri padovani che hanno aderito per chiedere il trasferimento in massa a Verona. Oltre allo stipendio previsto dal contratto collettivo nazionale, un direttore di Unità complessa in Azienda ospedaliera ha un'indennità annuale che va da 15 mila a 17 mila euro. Se ci si sposta nell'Azienda universitaria veronese si arriva a 37 mila euro. E si sale ancora all'Usl 9 Scaligera con 50 mila euro. Padova inoltre non prevede indennità per i neo assunti, l'Ulss Scaligera invece assicura da 1.500 fino a 30 mila euro l'anno. Da anni nella distribuzione dei fondi di posizione ai medici delle varie Ulss e aziende ospedaliere, si perpetua un meccanismo per il quale si verificano sensibili variazioni della quota stipendiale accessoria, che ha penalizzato soprattutto i medici dell'azienda padovana. Lo stipendio di posizione è una voce importante in busta paga perché riconosce la professionalità e il livello di carriera. La tipologia degli incarichi è definita solo in piccola parte dal contratto nazionale e in maniera preponderante dal contratto integrativo aziendale.
L'ESEMPIO
Uno degli esempi più eclatanti: un direttore medico di un reparto ad alta complessità (cosiddetto Hub) dell'Azienda di Padova percepisce uno stipendio di posizione di 15.950 euro lordi l'anno, mentre un direttore medico di un reparto in un ospedale (cosiddetto Spoke) dell'Ulss 9 percepisce fino a 50.000 euro, ovvero oltre tre volte maggiore rispetto al collega. Altro esempio, un dirigente medico con incarico di alta professionalità dell'Azienda di Padova riceve uno stipendio di posizione di 6.500 euro lordi l'anno, contro una paga che parte dal doppio, fino a 42.000 euro l'anno dell'analogo dirigente medico ospedaliero dell'Ulss 9. Altro nodo segnalato dai sindacati sono le indennità assorbite dalla neo costituita Azienda Zero, l'ente amministrativo che si occupa degli aspetti legali e burocratici in sanità. In questo caso, prendendo in considerazione l'incarico più elevato, ovvero il direttore di Unità operativa complessa, si nota un raddoppio. Un direttore medico in Azienda Zero ha uno stipendio di posizione di 30 mila euro mentre un direttore medico dell'Azienda ospedaliera di Padova arriva a 15.950 euro lordi percepiti. Inoltre il dirigente medico dell'Azienda ospedaliera con incarico di elevata specialità percepisce uno stipendio di posizione di 6.500 euro, che arrivano al triplo (18 mila euro) per il collega pari ruolo dell'Azienda Zero. La situazione non migliora se si va fuori Regione. A Bolzano la spesa media per un medico supera gli 80 mila euro, in Veneto si aggira intorno ai 51 mila. Al secondo posto ci sono i dipendenti campani con oltre 62mila euro, la media nazionale è intorno ai 56mila euro.
Elisa Fais
© RIPRODUZIONE RISERVATA PADOVA Si accende una speranza per i camici bianchi padovani, finora i meno pagati del Veneto. La Regione ieri ha annunciato che rivedrà le quote dei fondi integrativi per riallineare i compensi tra aziende sanitarie. «L'Azienda ospedale università di Padova è un hub di eccellenza del nostro servizio sanitario regionale ha detto l'assessore alla sanità, Manuela Lanzarin -, il cui personale si misura con i più elevati livelli di complessità clinica con altissima specializzazione. È stato un preciso dovere della Regione cogliere il disagio che si è registrato ultimamente tra i suoi professionisti e intervenire per riallinearne i compensi accessori a quelli delle altre realtà del servizio sanitario regionale». Ieri, quindi, il Consiglio regionale ha approvato il provvedimento, proposto dalla Giunta, collegato alla legge di stabilità 2020 in forza del quale l'azienda ospedaliera padovana potrà rideterminare i fondi dei dirigenti e del comparto fino a raggiungere la media pro capite di quelli delle altre aziende ed enti sanitari nel 2018. «Questo provvedimento, grazie al quale l'Azienda ospedaliera potrà già rideterminare i fondi dal 2020 conclude l'assessore Lanzarin è una delle azioni della Regione mirate a mantenere l'efficienza e l'alto livello qualitativo del nostro modello sanitario, assicurando nelle corsie la presenza di medici, infermieri e tecnici capaci». La polemica nasce dalle differenze di quota per le indennità di carica tra un Ulss e l'altra, l'Azienda ospedaliera ha la cifra più bassa del Veneto. Una discriminazione segnalata da anni dai sindacati dei medici ospedalieri e dai camici bianchi stessi.
LE FIRME
La rivolta si è tradotta anche in una raccolta firme, promossa il mese scorso da Giampiero Avruscio, direttore di Angiologia e presidente Anpo. Migliaia i medici ospedalieri padovani che hanno aderito per chiedere il trasferimento in massa a Verona. Oltre allo stipendio previsto dal contratto collettivo nazionale, un direttore di Unità complessa in Azienda ospedaliera ha un'indennità annuale che va da 15 mila a 17 mila euro. Se ci si sposta nell'Azienda universitaria veronese si arriva a 37 mila euro. E si sale ancora all'Usl 9 Scaligera con 50 mila euro. Padova inoltre non prevede indennità per i neo assunti, l'Ulss Scaligera invece assicura da 1.500 fino a 30 mila euro l'anno. Da anni nella distribuzione dei fondi di posizione ai medici delle varie Ulss e aziende ospedaliere, si perpetua un meccanismo per il quale si verificano sensibili variazioni della quota stipendiale accessoria, che ha penalizzato soprattutto i medici dell'azienda padovana. Lo stipendio di posizione è una voce importante in busta paga perché riconosce la professionalità e il livello di carriera. La tipologia degli incarichi è definita solo in piccola parte dal contratto nazionale e in maniera preponderante dal contratto integrativo aziendale.
L'ESEMPIO
Uno degli esempi più eclatanti: un direttore medico di un reparto ad alta complessità (cosiddetto Hub) dell'Azienda di Padova percepisce uno stipendio di posizione di 15.950 euro lordi l'anno, mentre un direttore medico di un reparto in un ospedale (cosiddetto Spoke) dell'Ulss 9 percepisce fino a 50.000 euro, ovvero oltre tre volte maggiore rispetto al collega. Altro esempio, un dirigente medico con incarico di alta professionalità dell'Azienda di Padova riceve uno stipendio di posizione di 6.500 euro lordi l'anno, contro una paga che parte dal doppio, fino a 42.000 euro l'anno dell'analogo dirigente medico ospedaliero dell'Ulss 9. Altro nodo segnalato dai sindacati sono le indennità assorbite dalla neo costituita Azienda Zero, l'ente amministrativo che si occupa degli aspetti legali e burocratici in sanità. In questo caso, prendendo in considerazione l'incarico più elevato, ovvero il direttore di Unità operativa complessa, si nota un raddoppio. Un direttore medico in Azienda Zero ha uno stipendio di posizione di 30 mila euro mentre un direttore medico dell'Azienda ospedaliera di Padova arriva a 15.950 euro lordi percepiti. Inoltre il dirigente medico dell'Azienda ospedaliera con incarico di elevata specialità percepisce uno stipendio di posizione di 6.500 euro, che arrivano al triplo (18 mila euro) per il collega pari ruolo dell'Azienda Zero. La situazione non migliora se si va fuori Regione. A Bolzano la spesa media per un medico supera gli 80 mila euro, in Veneto si aggira intorno ai 51 mila. Al secondo posto ci sono i dipendenti campani con oltre 62mila euro, la media nazionale è intorno ai 56mila euro.
Elisa Fais
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