Pubblicazioni scientifiche, il Bo primeggia

Venerdì 17 Agosto 2018
Pubblicazioni scientifiche, il Bo primeggia
ECCELLENZE
PADOVA Tra le trecento migliori università al mondo, prima (a livello italiano) in pubblicazioni scientifiche ma scivolata ed è anche questa una novità assoluta oltre la duecentesima posizione.
Così l'Arwu (Academic Ranking of World Universities) stilato a Ferragosto, come ogni anno, dall'Università Jiao Tong di Shanghai vede e classifica l'Università di Padova. Che come tutti gli atenei italiani ha dovuto cedere il passo rispetto al 2017, retrocedendo la propria posizione, eccezion fatta per l'Università di Milano (la Statale) che tiene botta, inserendosi ancora nella fascia tra le 150 e le 200 migliori università mondiali.
Nella classifica pubblicata il 15 agosto 2017 infatti il Bo che occupa lo scaglione tra la posizione 201 e la 300 assieme al Politecnico di Milano, a La Sapienza di Roma, all'Università di Bologna, alla Federico II di Napoli, all'Università di Pisa e all'ateneo di Torino si era posizionata tra le prime duecento. Il risultato di maggior prestigio l'ateneo di via VIII febbraio l'aveva ottenuto nel 2003 e nel 2010, arrivando a sfiorare l'ingresso nel gotha dei centocinquanta migliori atenei del mondo. Diverso il discorso ora, un anno dopo.
Shanghai infatti ha fatto segnare un cedimento di quasi tutti gli atenei italiani, che hanno perso pozioni o hanno mantenuto a fatica quanto si erano riusciti a guadagnare negli scorsi anni. Ma la classifica dell'università cinese se, da un lato, sembra punire il Bo non inserendolo per la prima volta entro le migliori duecento posizioni del ranking, dall'altro lo premia, riconoscendo a Padova il gradino più alto del podio in fatto di pubblicazioni scientifiche tra i diversi istituti universitari d'Italia.
Risultato di prestigio, dal momento che la classifica pubblicata il giorno di Ferragosto è una delle tre più note al mondo, insieme con la QS World University Rankings e la Times Higher Education World University Rankings. A darle i galloni di classifica tra le più obiettive del settore, il fatto che venga stilata secondo una metodologia precisa e ritenuta coerente che tiene conto tanto dei premi consegnati a studenti e docenti (su tutti i Nobel e le medaglie Fields) quanto delle pubblicazioni per numero di docenti. Un risultato, quello ottenuto dall'Università di Padova che è in linea con quanto già sottolineato dall'altra grande classifica chiamata a valutare gli atenei mondiali, ovvero la QS World University Rankings, che lo scorso giugno aveva permesso al Bo di salire di 47 posizioni (dopo le 42 recuperate l'anno scorso), piazzarsi al 249esimo posto nel QS World University Rankings 2019, e mettere piede per la prima volta nella sua storia nel 25% dei migliori atenei mondiali.
Un'ascesa significativa riferita alle politiche attuate dalla governance del Bo nel corso dell'anno accademico 2016-2017 o anno solare 2016, che ha permesso all'università di via VIII febbraio di essere l'università italiana che più di tutte è cresciuta nella fascia Top 600 del ranking QS, figlia del progresso ottenuto in quattro dei sei indicatori che compongono il ranking. Tra i punti considerati degni di una promozione, la reputazione accademica, le citazioni e il rapporto docenti-studenti come misura della qualità della didattica.
La crescita maggiore evidenziata da Bo in quest'anno e sottolineata anche dal risultato ottenuto nella valutazione di Shanghai - si è avuta nel comparto che riguarda la qualità della ricerca prodotta dall'Università, con un miglioramento di ben 90 posizioni. Nicola Munaro
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