«Prandina park interrato? Assurdo»

Giovedì 21 Marzo 2019
«Prandina park interrato? Assurdo»
L'EX CASERMA
PADOVA «Invece di guardare al futuro, qualcuno preferisce rimanere con lo sguardo rivolto al passato». Ad attaccare il progetto del gruppo Incivilis, che ha appena proposto di realizzare un parcheggio interrato da 1.200 posti all'interno della caserma Prandina, è Stefano Pieretti di Adl Cobas. «E' veramente incredibile che qualcuno arrivi ad ipotizzare un autosilo con due piani interrati a ridosso delle mura e a pochi passi da un corso d'acqua tuona il sindacalista di base , tutti sanno che a Padova basta scavare un metro per trovare la falda e qualcuno ha ancora il coraggio di ipotizzare soluzioni di questo tipo».
«Evidentemente non hanno recepito il messaggio che è arrivato la settimana scorsa dai 20.000 ragazzi che hanno manifestato a Padova rincara la dose Pieretti I temi ambientali devono sempre essere messi al primo posto ma, evidentemente, questo non vale per tutti. Dispiace anche constatare che, tra i vari componenti di questa associazione, ci sono anche dei docenti universitari. Non è accettabile che questi signori abbiamo depositato il progetto direttamente in Comune conclude fino a prova contraria, a decidere il futuro della Prandina sarà il percorso partecipato organizzato da Agenda 21. Se qualcuno vuole dare il suo contributo, può partecipare alle riunioni. Non devono esserci corsie preferenziali per nessuno. Soprattutto per chi vuole soluzioni che guardano al passato».
La proposta progettuale presentata da Incivilis prevede un investimento da 35 milioni di euro che dovrebbe essere sostenuto dal Comune. Dei 1.200 posti auto realizzati, una parte verrebbe destinata alla sosta a pagamento e il resto dovrebbe essere dato in affitto ai privati. L'operazione avrebbe anche una sua sostenibilità economica. Stando ai calcoli dell'associazione, grazie all'intervento, il Comune potrebbe in cassare all'anno 600.000 euro. La stessa cifra entrerebbe nelle case di Aps holding che andrebbe a gestire la nuova struttura.
Alberto Rodighiero
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