Più morti sulle strade È fatale la distrazione

Giovedì 14 Novembre 2019
L'ANALISI
PADOVA «C'è qualcosa che non va. Malgrado le campagne informative e l'inasprirsi delle sanzioni i morti aumentano e i feriti pure. Mentre il 50 per cento degli incidenti coinvolge un pedone o un ciclista, la cosiddetta utenza debole».
Il presidente delle Aci del Veneto e provinciale, Luigino Baldan, ieri nella sede del Comando Forze operative Nord in Prato della Valle, ha fornito l'analisi dell'impatto degli incidenti stradali nella nostra provincia a tutto l'anno scorso. Con delle percentuali da brivido: un morto ogni 98 incidenti nelle strade urbane. Uno ogni 30 fuori dal centro abitato e uno ogni 18 in autostrada.
Il 2018 è stato un anno nero per gli utenti della strada anche in Veneto, in controtendenza con il dato nazionale. Crescono gli incidenti rispetto al 2017 (+1,1%) e aumentano le persone che hanno perso la vita sulle strade (da 301 a 311, +3,3%). Nella nostra provincia ci sono i dati peggiori: 2.964 incidenti nel 2018 contro i 2.898 dell'anno precedente (+2,4%) e addirittura 58 morti contro i 46 del 2017 (+26%). Sale anche il numero di pedoni uccisi (da 3 a 6).
I DISTRATTI
Con una particolarità. «Nella nostra Provincia, più che altrove, il 40% degli incidenti è causato dalla guida distratta e più del 25% dal mancato rispetto della segnaletica stradale. Le Istituzioni, che ringrazio, stanno già facendo molto. Ma occorre uno sforzo ulteriore di educazione degli utenti delle strada e di repressione dei comportamenti pericolosi. Fra questi il primo è l'uso del telefono cellulare alla guida - ha detto Luigino Baldan - Quasi mai i sinistri stradali accadono a caso. Il nostro compito non è indicare dei colpevoli, ma collaborare a salvare vite umane. Se è vero che la distrazione è la prima causa di incidenti, è altrettanto vero che la gran parte dei sinistri, anche mortali, si verificano sempre lungo le stesse strade».
LE STRADE PERICOLOSE
L'analisi Istat-Aci non lascia scampo. Nel mirino finiscono la statale Adriatica, la Padana inferiore, la 47 della Valsugana, la 11 Padana Superiore e la 516 Piovese che, insieme ai tratti autostradali, rappresentano le direttive della rete stradale principale su cui si concentrano la gran parte dei decessi. Forse ci vorrebbero più dispositivi, è un tema che ha affrontato il Prefetto nel suo intervento. Un secondo aspetto preoccupante è legato al proliferare di nuovi mezzi dalle bici elettriche agli overboard, fino ai monopattini elettrici. «Sfrecciano dappertutto e sono pericolosi. Il legislatore intervenga subito, bisogna regolamentarli» ha detto Baldan. Che ha poi aggiunto. «Comunque ogni neopatentato dovrebbe seguire un corso di guida sicura obbligatorio. E anche i meno giovani dovrebbero essere richiamati per degli aggiornamenti. Infine se la segnaletica fosse più visibile e non confusa con quella dei ristoranti sarebbe meglio soprattutto lungo le strade che attraversano e cingono il territorio dei Colli Euganei dove il rischio di incidenti è alto. Infine le rotatorie: molte sono fatte male».
LA CAMPAGNA
l'Aci ha lanciato la campagna di informazione #Rispettiamoci. Seguendo 10 semplici regole, 5 per i ciclisti e 5 per gli automobilisti: controllare lo stato e l'efficienza della bici, rendersi sempre visibile, soprattutto di notte, rispettare le regole della strada, procedendo in fila e nelle corsie riservate, non usare auricolari o cellulari in sella, indossare il casco, per i primi. Rispettare i ciclisti, mantenere una distanza adeguata dai ciclisti, soprattutto in sorpasso, non superare una bicicletta per poi svoltare a destra, prestare attenzione agli specchietti laterali, prima di aprire lo sportello, guardare chi sopraggiunge, per i secondi.
Mauro Giacon
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