Pittarello a Roma: «Ora le riaperture, ma totali»

Giovedì 13 Maggio 2021
LA MANIFESTAZIONE
PADOVA «Siamo venuti a Roma non per fare le belle statuine, ma per fare le nostre rimostranze al Governo e al Parlamento. Abbiamo chiesto ai nostri interlocutori, che ci hanno ascoltato con attenzione: fateci riaprire».
Toni sempre educati, ma decisi, quelli usati da Giuseppe Pittarello, presidente del centro commerciale Piazzagrande di Piove di Sacco e imprenditore di successo nel settore delle calzature, che ha promosso la manifestazione di ieri nella capitale, alla presenza di oltre 300 persone, svoltasi in piazza del Popolo: 1.300 centri e parchi commerciali in Italia, con 40.000 aziende e oltre 800.000 persone che gravitano al loro interno, una presenza maggioritaria di donne, sono i numeri snocciolati da Pittarello dapprima alla Camera dei deputati dove la delegazione da lui guidata è stata ricevuta dal responsabile delle attività produttive della Lega, l'onorevole padovano Massimo Bitonci insieme al senatore Andrea Ostellari.
Nei diversi colloqui romani, il presidente Pittarello ha fatto notare l'assurdità dei provvedimenti ancora in vigore che vietano le aperture dei centri e parchi commerciali nel fine settimana, fatta eccezione per alcune categorie merceologiche. «Il motivo che ci ha portato a manifestare civilmente a Roma è di pura sopravvivenza - ,spiega Pittarello - Quattordici mesi fa il Governo ha adottato misure rigorose, ma necessarie per affrontare una crisi senza precedenti. Si trattava di salvare il Paese e la popolazione da un'epidemia devastante e tutti noi abbiamo operato con le stesse priorità: garantire i servizi e i prodotti essenziali in condizioni di sicurezza sanitaria. In 24 ore la grande distribuzione, i centri e i parchi commerciali si sono attrezzati per rispondere prontamente alle esigenze. Abbiamo adattato spazi e strutture, ideato nuovi protocolli di pulizia e sanificazione, investito in attrezzature e applicazioni tecnologiche per misurare le temperature, gestire le presenze, disciplinare le code, abbiamo adattato gli orari di settimana in settimana, a volte di giorno in giorno, abbiamo riallocato i nostri budget in servizi a favore della collettività, della sanità, della scuola, delle fasce più deboli. Abbiamo anche ospitato e realizzato nelle nostre gallerie i centri vaccinali. L'abbiamo fatto con il cuore e con la consapevolezza che solo un impegno collettivo ci avrebbe permesso di superare l'emergenza».
«Oggi - continua Pittarello - l'epidemia non è ancora sconfitta e noi non abbiamo mai abbassato la guardia. Però il nostro settore sta pagando un prezzo troppo alto e ingiustificabile. Tenere i negozi chiusi il sabato e la domenica corrisponde a perdite di fatturato stimabili intorno al 50%. Ci sono tra noi operatori che non hanno più riaperto dalla primavera 2020, altri che lo hanno fatto a singhiozzo. Le chiusure dei giorni festivi e prefestivi sono onestamente ingiustificabili ai fini sanitari. Perché un negozio in una galleria commerciale dovrebbe essere più pericoloso di uno su strada?».
Il presidente Pittarello ha concluso con un appello: «Quello che abbiamo chiesto ai responsabili della cosa pubblica è stato questo: ascoltare il nostro grido di allarme e comprendere le conseguenze di misure così dannose, economicamente, ma anche discriminatorie. I nostri centri e parchi commerciali sono parte integrante del territorio e delle comunità, motori dell'economia locale e luoghi di relazione, sono parte della vita e della memoria locale. Siamo stati davvero contenti per l'attenzione che abbiamo ricevuto e ora ci attendiamo provvedimenti conseguenti, compatibili con le regole in vigore per il contrasto al Covid, alle quali tutte le nostre strutture si sono da tempo adeguate per tutelare la salute dei lavoratori e dei nostri clienti».
Nicola Benvenuti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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