Pfas pericolosi per il sistema nervoso: lo studio dell'UniPd

Giovedì 18 Novembre 2021
L'ANALISI
PADOVA I Pfas, gli inquinanti delle acque del Veneto, potrebbero minacciare il sistema nervoso e il cervello. Lo dice un recente studio condotto dall'Università di Padova e dal Vimm, pubblicato sulla rivista «Environment International».
La ricerca dimostra che le tali sostanze si integrano con le membrane neuronali e che il sistema nervoso è a rischio durante la fase dello sviluppo embrionale. I dati preliminari suggeriscono anche un coinvolgimento delle cellule implicate nel processo degenerativo del Parkinson. A capo del progetto c'è il gruppo di ricerca guidato dal professor Carlo Foresta. «Per la prima volta si è dimostrato che nell'uomo queste sostanze chimiche possono modificare la funzione delle cellule nervose commenta Foresta. Ulteriori studi sono necessari per quantificare le conseguenze. Le osservazioni che dimostrano una maggior sensibilità delle cellule neuronali non ancora mature fanno pensare che gli effetti dei Pfas possano essere più evidenti durante le fasi più sensibili dello sviluppo del sistema nervoso come nell'embrione».
Lo studio, iniziato dalle relazioni tra inquinamento da Pfas e anomalie congenite del sistema nervoso o disturbi comportamentali e neurologici come l'Alzheimer, l'autismo e i disturbi dell'attenzione e iperattività, è stato sviluppato per indagare se in cellule neuronali di specifiche aree del cervello si riscontrasse un accumulo di queste sostanze.
In collaborazione con il Dipartimento di neuroscienze (nell'ambito del Programma di donazione del corpo alla scienza) sono stati effettuati prelievi di diverse aree del tessuto cerebrale. In presenza di significative concentrazioni plasmatiche di Pfoa, Pfos e Pfhxs sono stati riscontrati importanti segni di accumulo di queste sostanze soprattutto in aree costituite da particolari neuroni detti dopaminergici, come l'ipotalamo. In particolare i Pfas a concentrazioni simili a quelle ritrovate nelle aree cerebrali si integrano con le membrane neuronali, modificandone struttura e stabilità.
Elisa Fais
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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