Pfas, per 11mila proseguono gli esami

Venerdì 30 Novembre 2018
Pfas, per 11mila proseguono gli esami
MONTAGNANA
Pfas, sono 10.947 i pazienti che dovranno sottoporsi agli accertamenti di secondo livello, praticamente uno ogni due. E il secondo step di controlli prevede l'attivazione degli ambulatori di medicina interna e di cardiologia. Il dato emerge dal settimo rapporto del Piano di sorveglianza sanitaria messo in atto dalla Regione per monitorare la popolazione esposta a Pfas con l'obiettivo di capire che impronta hanno lasciato le sostanze perfluoroalchiliche sulla salute dei cittadini del Basso Veneto entrati in contatto con esse .
«La situazione è molto più tragica di quella preventivata due anni fa afferma Laura Facciolo, referente del gruppo Zero Pfas Montagnana . La Regione non era preparata a questi numeri e, a quanto ci risulta, lo screening di secondo livello lascia un po' a desiderare perché i pazienti, dopo essere stati indirizzati agli ambulatori, vengono abbandonati a se stessi. Del resto il numero elevatissimo di persone da sottoporre a ulteriori accertamenti crea difficoltà di gestione».
L'AREA ROSSA
Secondo i dati riportati nel bollettino, al primo di ottobre i residenti della Bassa Padovana, del Vicentino e del Basso Veronese invitati allo screening erano 40.127, pari al 47,9% del campione complessivo abbracciato dal Piano di sorveglianza. Di questi, 22.314 (pari al 60,1%) hanno risposto all'appello, sottoponendosi alla visita preliminare che consiste in un'intervista sulle abitudini di vita, nella misurazione della pressione arteriosa, in alcuni esami del sangue e delle urine, nel dosaggio di 12 sostanze Pfas presenti nel siero. L'invito è stato rivolto in particolare agli adolescenti nati tra il 2002 e il 1998 e a quelli nati tra il 1997 e il 1993, residenti nei Comuni dell'area rossa in cui rientrano, per la provincia di Padova, l'intero comune di Montagnana e da maggio di quest'anno anche parte dei comuni di Borgo Veneto, Casale di Scodosia, Lozzo Atestino, Megliadino San Vitale, Merlara e Urbana.
18.191 CON ANOMALIE
I pazienti che nello screening di primo livello presentavano anomalie (elevata concentrazione di Pfas nel sangue e eccesso di colesterolo) e di cui sono già disponibili gli esiti (18.191) sono stati quindi indirizzati ai controlli di secondo livello. Da questi finora è emerso che il 49% dei pazienti non ha avuto bisogno di ulteriori approfondimenti, il 35% è stato inviato ad accertamenti e verrà rivisto in sede di controllo, il 15% è stato indirizzato al proprio medico di base, mentre il restante 1% è stato indirizzato a servizi specialistici per la presa in carico in caso di patologia. «I dati raccolti mettono in luce la gravità del fenomeno, dando però informazioni non troppo precise sulla correlazione (da dimostrare) tra l'esposizione prolungata ai Pfas e l'insorgere di specifiche patologie» commenta Laura Facciolo. Secondo la referente del gruppo Zero Pfas Montagnana il Piano sarebbe stato meglio indagare in modo selettivo l'incidenza delle patologie Pfas-correlate sulla popolazione dell'area rossa, in particolare tra chi è rimasto esposto più a lungo.
Maria Elena Pattaro
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