Perilongo: «Ecco come sarà il nuovo ospedale dei bambini»

Venerdì 12 Ottobre 2018
IL PIANO
PADOVACi saranno stanze ragionevolmente ampie per accogliere il bambino e la sua mamma, metri quadrati riservati alla scuola e ai suoi maestri, spazi ricreativi per laboratori e giochi, studi di lavoro per medici, sale per i colloqui con i genitori, parcheggi dedicati. «Finalmente si sta trovando soluzione a quasi tutte le richieste che abbiamo avanzato, così come a quelle proposte dal Forum delle Associazioni amiche della Pediatria: e questo è frutto di un dialogo fattivo tra la Direzione ospedaliera e noi». Dopo mesi di silenzio rompe il ghiaccio il direttore del Dipartimento di Pediatria dell'Azienda ospedaliera universitaria, altrimenti detto Dipartimento per la Salute della donna e del bambino: il professor Giorgio Perilongo, da poco riconfermato alla guida (e vi starà fino al 2023, quando la nuova palazzina dovrebbe essere bell'e finita), certifica la sintonia tra i vari attori del grande progetto.
LE ESIGENZE
Lui ha sempre ripetuto come un mantra che il ricovero di un bambino è in realtà il ricovero di una famiglia intera, ed ecco che la nuova realtà, nel tempo raffinatasi dal punto di vista progettuale, sembra proprio corrispondere alle esigenze dettate da questo paradigma dell'attività pediatrica. I mugugni espressi nei giorni scorsi dagli addetti ai lavori, da medici, infermieri, familiari dei giovanissimi pazienti che si erano sentiti, diciamo così, poco coinvolti nel disegno non solo generale ma soprattutto particolareggiato dell'opera, vengono ora superati dalle parole, chiare e ferme, del professor Perilongo: «Ci sono state una rivisitazione e una rimodulazione progettuale degli spazi per cui adesso si intravede veramente la possibilità di dare risposta alle principali richieste di medici e personale tecnico. Il messaggio è quantomai positivo: le difficoltà finora incontrate - argomenta Perilongo - erano da prevedere, non è facile mettere dentro a una realtà, per quanto grande, un articolato assistenziale, variegato come il nostro. Bisogna mettere insieme le sale operatorie, la terapia intensiva, l'oncoematologia, la dialisi, la nefrologia, il pronto soccorso, la neurologia, e poi la scuola, le sale riunioni e le aree giochi: un conto era il vecchio progetto della Barchetta dell'architetto Mario Botta che prevedeva un edificio con un'altezza di 14 piani, un conto è questa costruzione che di piani ne avrà 7, più l'ottavo di vani tecnici. Per dire - sottolinea il docente universitario - che la complessità di armonizzare tutti i bisogni assistenziali cui l'ospedale del bambino deve dar risposta, la complessità di razionalizzare tutti i servizi, le esigenze assistenziali così diverse sono alla base di quelle che sono state difficoltà fisiologiche».
IL CRONOPROGRAMMA
Difficoltà che pare proprio non incideranno nel cronoprogramma: il termine ultimo del trasferimento delle attività contenute nell'edificio di Pneumologia rimane la fine di febbraio, per poter procedere alla sua demolizione a partire dal primo di marzo. «Quella a cui si sta pensando è una realizzazione veramente articolata e multiforme, per la serie di elementi funzionali cui la struttura deve dare riscontro, tra stanze di degenza e piastre operatorie, più deve rispondere alle caratteristiche peculiari dell'area del bambino. Questo per dire che le difficoltà risuonate forse con eccesso - conclude il direttore - erano da mettere in conto nel momento in cui si andava a pianificare una struttura che dal punto di vista logistico deve soddisfare una varietà enorme di esigenze». Perilongo tiene a sottolineare che è difficile miniaturizzare qualsiasi realtà complessa. E questa ne è un lampante esempio.
Federica Cappellato
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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