IL SINDACATO
PADOVA «Pensioni e quota 100: qui il rischio è quello di una paralisi dei servizi, nella pubblica amministrazione e soprattutto nella sanità». Lo afferma Francesca Pizzo, che nella segreteria dell'Ust Cisl Padova Rovigo si occupa di concertazione socio-sanitaria e pari opportunità.
«La soglia dei 38 anni di contribuzione rischia di penalizzare le donne, perché la loro carriera è spesso più discontinua di quella dei loro colleghi. Problemi potrebbero presentarsi anche nel mondo scolastico, ma è prevedibile che, visti i loro stipendi, non saranno molte le docenti che sceglieranno di rinunciare a un quarto circa dell'assegno contributivo per anticipare la pensione. Come Cisl, insieme a Cgil e Uil avevamo chiesto al governo di aprire un tavolo e affrontare la questione, ma non siamo stati ascoltati».
IL CONTEGGIO
Calcolando quanti dal 1° febbraio potranno andare in pensione con quota 100 avendo compiuto 62 anni e accumulato 38 anni di contributi al 31 dicembre 2018, si può prevedere quanti decideranno di usufruire di questa opportunità? «Fare una previsione sarebbe azzardato commenta Michele Roveron, segretario della Cisl Fp Padova Rovigo ma tenendo conto che i dipendenti pubblici sono circa 20.000 a Padova e 5.000 a Rovigo, solo per l'area comparto, e la loro età media si aggira tra i 52 e i 55 anni, potremmo prevedere che il 30% (quindi 6.000 a Padova, ndr) potrebbe aver maturato, al 31 dicembre scorso, i requisiti necessari per andare in pensione. Ma esistono altre soluzioni per accedere alla pensione anticipata, come i 42 anni e 10 mesi di contribuzione per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne e l'Ape sociale, che a determinate condizioni permette ai lavoratori di andare in pensione senza penalità. Nel fare delle previsioni sulla platea di quota 100 conclude Roveron è necessario tenere presente che i lavoratori possono scegliere tra diverse opportunità».
© RIPRODUZIONE RISERVATA PADOVA «Pensioni e quota 100: qui il rischio è quello di una paralisi dei servizi, nella pubblica amministrazione e soprattutto nella sanità». Lo afferma Francesca Pizzo, che nella segreteria dell'Ust Cisl Padova Rovigo si occupa di concertazione socio-sanitaria e pari opportunità.
«La soglia dei 38 anni di contribuzione rischia di penalizzare le donne, perché la loro carriera è spesso più discontinua di quella dei loro colleghi. Problemi potrebbero presentarsi anche nel mondo scolastico, ma è prevedibile che, visti i loro stipendi, non saranno molte le docenti che sceglieranno di rinunciare a un quarto circa dell'assegno contributivo per anticipare la pensione. Come Cisl, insieme a Cgil e Uil avevamo chiesto al governo di aprire un tavolo e affrontare la questione, ma non siamo stati ascoltati».
IL CONTEGGIO
Calcolando quanti dal 1° febbraio potranno andare in pensione con quota 100 avendo compiuto 62 anni e accumulato 38 anni di contributi al 31 dicembre 2018, si può prevedere quanti decideranno di usufruire di questa opportunità? «Fare una previsione sarebbe azzardato commenta Michele Roveron, segretario della Cisl Fp Padova Rovigo ma tenendo conto che i dipendenti pubblici sono circa 20.000 a Padova e 5.000 a Rovigo, solo per l'area comparto, e la loro età media si aggira tra i 52 e i 55 anni, potremmo prevedere che il 30% (quindi 6.000 a Padova, ndr) potrebbe aver maturato, al 31 dicembre scorso, i requisiti necessari per andare in pensione. Ma esistono altre soluzioni per accedere alla pensione anticipata, come i 42 anni e 10 mesi di contribuzione per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne e l'Ape sociale, che a determinate condizioni permette ai lavoratori di andare in pensione senza penalità. Nel fare delle previsioni sulla platea di quota 100 conclude Roveron è necessario tenere presente che i lavoratori possono scegliere tra diverse opportunità».
