L'INTESA
PADOVA Fare gruppo per cercare di ottenere qualche deroga dalla Soprintendenza sui plateatici. È questa l'intesa raggiunta ieri pomeriggio a palazzo Moroni tra le associazioni di categoria e l'amministrazione comunale. Un incontro a cui hanno partecipato anche i 69 baristi destinatari del giro di vite della Sovrintendenza. Una riunione al termine della quale Comune e baristi hanno individuato un obiettivo comune: salvare la stagione estiva e, in prospettiva, ottenere qualche concessione in vista dell'anno prossimo.
«Come amministrazione - ha spiegato l'assessore al Commercio Antonio Bressa - abbiamo sentito l'obbligo di informare e coinvolgere gli esercenti rispetto a queste norme che, oggettivamente, rischiano di penalizzarli in maniera molto pesante. Il nostro impegno, naturalmente, non si fermerà a questo, l'amministrazione, infatti, vuole fare da tramite tra la Soprintendenza e i baristi. L'obiettivo è ottenere alcune deroghe rispetto alle attuali prescrizioni e in questa direzione siamo intenzionati a lavorare. Non appena ci saranno delle novità, mi sono impegnato a convocare un'altra riunione. In queste situazioni la comunicazione e la trasparenza sono fondamentali».
ASSOCIAZIONI
«Da parte dell'amministrazione abbiamo riscontrato molta disponibilità- ha detto Filippo Segato, dell'Appe - Ora dobbiamo darci due obiettivi. Il primo, sul breve periodo, è quello di concludere senza scossoni la stagione estiva e già questo sarebbe un buon risultato. In seconda istanza dobbiamo, sul medio-lungo periodo, puntare a modificare almeno in parte le prescrizioni della Soprintendenza. Penso, per esempio , alla questione degli ombrelloni in piazza dei Signori, una norma che se dovesse passare rischierebbe di creare danni pesantissimi a baristi e ristoratori. Perché questo possa accadere va sottoscritto un protocollo d'intesa tra Comune, associazioni di categoria e Soprintendenza sul modello di quello che è già accaduto a Firenze, Salerno e Grosseto».
Soddisfatto anche Mauro Cinefra, di Confersecenti: «Abbiamo apprezzato l'atteggiamento collaborativo del Comune - ha spiegato Cinefra Come Confesercenti abbiamo insistito sulla necessità di organizzare un incontro con la Soprintendenza. Contrariamente ad altre associazioni di categoria noi preferiamo non tirare in ballo i ministri. È necessario però affrontare in maniera seria una questione che rischia di avere ripercussioni molto pesanti sulle nostre aziende». «Da parte dell'assessore e dei dirigenti del Comune abbiamo ottenuto risposte esaurienti - ha concluso Maurizio Bonato dell'Ascom - Mi auguro che questo sia solo l'inizio di un percorso che ci consenta di modificare delle prescrizioni che rischiamo di pagare a caro prezzo».
CONCESSIONI
Ma oggi come funziona la concessione dei plateatici a Padova? Sul sito del Comune si legge che «è possibile allestire uno spazio di ristoro all'aperto, annesso a un pubblico esercizio di somministrazione, collocando in modo funzionale e armonico una serie di arredi mobili su spazio pubblico, inteso come l'insieme delle aree appartenenti al demanio o patrimonio indisponibile del Comune, nonché delle aree di proprietà privata, sulle quali risulti costituita una servitù di uso pubblico. Questa occupazione è soggetta ad una concessione rilasciata dal Comune, previa istanza da parte della ditta interessata da presentarsi tramite portale Suap». «L'area pubblica o l'area privata a uso pubblico - si legge ancora - potrà essere concessa purché antistante all'attività di somministrazione di alimenti e bevande, potrà essere concessa anche un'area prospiciente l'esercizio anche se separata da un marciapiede o da una sede stradale a traffico limitato; agli esercizi che si trovano nelle strade laterali che si affacciano in piazza delle Erbe, piazza dei Frutti, piazza dei Signori, piazza Capitaniato e slargo San Martino Solferino potrà essere concessa un'area fino ad una distanza massima di 25 metri dall'ingresso principale dell'esercizio».
Martedì in Giunta intanto è stata approvata la delibera per resistere contro il ricorso al Tar presentato dalla proprietà del caffè Cavour per la multa da 28mila euro per la veranda.
Alberto Rodighiero
© RIPRODUZIONE RISERVATA PADOVA Fare gruppo per cercare di ottenere qualche deroga dalla Soprintendenza sui plateatici. È questa l'intesa raggiunta ieri pomeriggio a palazzo Moroni tra le associazioni di categoria e l'amministrazione comunale. Un incontro a cui hanno partecipato anche i 69 baristi destinatari del giro di vite della Sovrintendenza. Una riunione al termine della quale Comune e baristi hanno individuato un obiettivo comune: salvare la stagione estiva e, in prospettiva, ottenere qualche concessione in vista dell'anno prossimo.
«Come amministrazione - ha spiegato l'assessore al Commercio Antonio Bressa - abbiamo sentito l'obbligo di informare e coinvolgere gli esercenti rispetto a queste norme che, oggettivamente, rischiano di penalizzarli in maniera molto pesante. Il nostro impegno, naturalmente, non si fermerà a questo, l'amministrazione, infatti, vuole fare da tramite tra la Soprintendenza e i baristi. L'obiettivo è ottenere alcune deroghe rispetto alle attuali prescrizioni e in questa direzione siamo intenzionati a lavorare. Non appena ci saranno delle novità, mi sono impegnato a convocare un'altra riunione. In queste situazioni la comunicazione e la trasparenza sono fondamentali».
ASSOCIAZIONI
«Da parte dell'amministrazione abbiamo riscontrato molta disponibilità- ha detto Filippo Segato, dell'Appe - Ora dobbiamo darci due obiettivi. Il primo, sul breve periodo, è quello di concludere senza scossoni la stagione estiva e già questo sarebbe un buon risultato. In seconda istanza dobbiamo, sul medio-lungo periodo, puntare a modificare almeno in parte le prescrizioni della Soprintendenza. Penso, per esempio , alla questione degli ombrelloni in piazza dei Signori, una norma che se dovesse passare rischierebbe di creare danni pesantissimi a baristi e ristoratori. Perché questo possa accadere va sottoscritto un protocollo d'intesa tra Comune, associazioni di categoria e Soprintendenza sul modello di quello che è già accaduto a Firenze, Salerno e Grosseto».
Soddisfatto anche Mauro Cinefra, di Confersecenti: «Abbiamo apprezzato l'atteggiamento collaborativo del Comune - ha spiegato Cinefra Come Confesercenti abbiamo insistito sulla necessità di organizzare un incontro con la Soprintendenza. Contrariamente ad altre associazioni di categoria noi preferiamo non tirare in ballo i ministri. È necessario però affrontare in maniera seria una questione che rischia di avere ripercussioni molto pesanti sulle nostre aziende». «Da parte dell'assessore e dei dirigenti del Comune abbiamo ottenuto risposte esaurienti - ha concluso Maurizio Bonato dell'Ascom - Mi auguro che questo sia solo l'inizio di un percorso che ci consenta di modificare delle prescrizioni che rischiamo di pagare a caro prezzo».
CONCESSIONI
Ma oggi come funziona la concessione dei plateatici a Padova? Sul sito del Comune si legge che «è possibile allestire uno spazio di ristoro all'aperto, annesso a un pubblico esercizio di somministrazione, collocando in modo funzionale e armonico una serie di arredi mobili su spazio pubblico, inteso come l'insieme delle aree appartenenti al demanio o patrimonio indisponibile del Comune, nonché delle aree di proprietà privata, sulle quali risulti costituita una servitù di uso pubblico. Questa occupazione è soggetta ad una concessione rilasciata dal Comune, previa istanza da parte della ditta interessata da presentarsi tramite portale Suap». «L'area pubblica o l'area privata a uso pubblico - si legge ancora - potrà essere concessa purché antistante all'attività di somministrazione di alimenti e bevande, potrà essere concessa anche un'area prospiciente l'esercizio anche se separata da un marciapiede o da una sede stradale a traffico limitato; agli esercizi che si trovano nelle strade laterali che si affacciano in piazza delle Erbe, piazza dei Frutti, piazza dei Signori, piazza Capitaniato e slargo San Martino Solferino potrà essere concessa un'area fino ad una distanza massima di 25 metri dall'ingresso principale dell'esercizio».
Martedì in Giunta intanto è stata approvata la delibera per resistere contro il ricorso al Tar presentato dalla proprietà del caffè Cavour per la multa da 28mila euro per la veranda.
Alberto Rodighiero
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