Paolo: «Spero solo che si liberino la coscienza e parlino»

Giovedì 19 Luglio 2018
Paolo: «Spero solo che si liberino la coscienza e parlino»
LA FAMIGLIA
ALBIGNASEGO Paolo Noventa, fratello di Isabella, ha appreso del rinvio a settembre del processo d'appello nei confronti dei fratelli Debora e Freddy Sorgato e della tabaccaia di Camponogara Manuela Cacco.
«Confido nella giustizia - afferma - affinchè vengano confermate le pene di trent'anni ciascuno ai due Sorgato e di 16 anni e dieci mesi alla Cacco. Se la pena fosse confermata, gli autori dell'omicidio di mia sorella potrebbero finalmente rendersi conto del male che hanno compiuto e finalmente svelare dove hanno abbandonato il corpo senza vita di Isabella».
Paolo Noventa, che dal primo giorno è sempre stato in prima linea per seguire le ricerche di sua sorella e lo sviluppo delle indagini è realista: «Non ho perso la speranza di ritrovare i resti di Isabella, tuttavia mi rendo conto che ormai non ci può essere alcun sviluppo investigativo, a meno che il terzetto non si decida finalmente a parlare. Sono convinto che nel percorso di una vita, prima o poi chi si è macchiato di reati gravissimi senta il bisogno di liberare la propria coscienza. Spero solo che questa non rimanga soltanto una mia speranza».
La vicenda della segretaria di Albignasego, diventata giorno dopo giorno un evento mediatico di livello nazionale, vede anche altri protagonisti che soffrono in silenzio in attesa di miracoli che al momento appaiono difficili. «Mia mamma Ofelia Rampazzo ha compiuto 86 anni. Le forze e lo spirito la stanno abbandonando, non passa giorno che non mi parli di Isabella. È davvero diabolico non darle la possibilità di portare un fiore sulla tomba della propria figlia. Sarò ripetitivo fino alla nausea - aggiunge Paolo Noventa - ma spero che prima o poi gli autori dell'omicidio di mia sorella vogliano togliersi un peso dalla coscienza e fare chiarezza sugli istanti successivi all'omicidio e il relativo occultamento del cadavere».
«L'unica speranza che abbiamo di poter ritrovare le spoglie di Isabella - sospira Paolo Noventa - è rappresentata dalla conferma della pena a carico dei tre indiziati di reato. Se sciaguratamente in appello venissero accolte le loro richieste di sconti di pena, sarebbe la parola fine per le nostre speranze. Un cadavere anche a distanza di anni è in grado di parlare. Se venisse rinvenuto è naturale che gli investigatori potrebbero scoprire le lesioni che hanno decretato la condanna a morte di Isabella».
Isabella Noventa, il prossimo 12 agosto avrebbe compiuto 58 anni. La notte dell'omicidio aveva accettato un invito a cena dell'amico Freddy con cui da anni portava avanti un rapporto piuttosto tormentato. In cuor suo non sapeva che la pizza a due in un locale della zona sarebbe stata l'ultima e che tutto era ormai pianificato per ucciderla. «Ho capito sin dal primo momento - conclude - che Freddy c'era dentro fino al collo. A cominciare da quando ha declinato l'invito a recarsi in questura a denunciare la scomparsa di Isabella. Ha provato a recitare per un mese, poi è stato messo di fronte alle proprie responsabilità».
Cesare Arcolini
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