Palazzo Moroni apre a Zaia per le aree di San Lazzaro

Mercoledì 29 Novembre 2017
Palazzo Moroni apre a Zaia per le aree di San Lazzaro
LE PROPOSTE
PADOVA Garanzie precise. Sugli investimenti in città, ma soprattutto nell'area di via Giustiniani, per la quale chiedono una vera e propria rigenerazione a tutto campo, che va da un piano per la mobilità, alla lotta al degrado. E solo se per l'attuale complesso sanitario verranno assicurati rilancio e valorizzazione, ci sarà un'apertura per la concessione dei terreni di Padova est. È questa la sintesi della nota congiunta scritta ieri dal sindaco Sergio Giordani e dal suo vice Arturo Lorenzoni, con la quale rispondono con una sorta di sfida all'ultimatum del governatore Luca Zaia che ha chiuso il summit dell'altro ieri a Palazzo Balbi con tre opzioni per i terreni di San Lazzaro su cui dovrebbe sorgere il nuovo ospedale: cessione gratuita, permuta con la superficie del Giustinianeo, o ricorso all'esproprio. Nessun braccio di ferro, quindi, da parte dell'amministrazione, ma anzi la volontà di riavviare al più presto il dialogo. Stavolta partendo da un presupposto diverso: in cambio dei terreni di Padova est, che a questo punto potrebbero essere ceduti gratuitamente, all'amministrazione come contropartita andrebbero bene investimenti purché sicuri e definiti.
L'APPELLO
«Impostare l'ultimo incontro sulla base di un tentativo di prova di forza è stato un errore - sottolineano Giordani e Lorenzoni -. Una dinamica muscolare a noi non interessa. Nessuno vuole uno scontro istituzionale che mai abbiamo cercato. Siamo i primi a essere consapevoli che Padova ha bisogno urgente di nuove e moderne strutture sanitarie e ospedaliere per trattenere e attirare le eccellenze, oltre che dare un servizio pubblico di alto livello alla cittadinanza. Non siamo ad impuntarci su specifici aspetti, o su conti di tipo ragionieristico, e questo a maggior ragione dopo aver dimostrato di avere un atteggiamento pragmatico e tutt'altro che ideologico mediando, per il bene della città, una soluzione avanzata con l'Università, pur avendo difeso l'idea che la soluzione migliore fosse un nuovo e unico ospedale in via Giustiniani. Non abbiamo mai smesso di cercare il dialogo e, lasciando da parte gli ultimatum e i prendere o lasciare, siamo pronti a riavviare la discussione da subito per trovare le intese nell'interesse dalla città». E poi, entrando nello specifico della loro controproposta, aggiungono: «Dialogo quindi, ma prima garanzie precise di investimenti in città e in particolare nell'area di via Giustiniani anche in un'ottica di rigenerazione urbana. Non ci sottraiamo alla mediazione, ma serve un piano adeguato di investimenti reali, e garantiti preventivamente, attorno al complesso di via Giustiniani. Nel campo sanitario, perché lì dovrà sorgere un nuovo Ospedale, ma anche nel campo della mobilità connessa e della rigenerazione delle aree degradate. La nostra battaglia è sempre stata una prospettiva di rilancio e valorizzazione per una zona che riteniamo un cuore vitale della città di fondamentale importanza. Non ci interessa fare cassa, ci interessa il futuro di Padova e il grado di attenzione in termini concreti che la giunta regionale vuole riservargli nei fatti».
L'ATTESA
Il numero uno e due di Palazzo Moroni aggiungono di attendere ora da Zaia una proposta accettabile in termini di investimenti per Padova e sottolineano: «Adesso bisogna mettere sul tavolo con grande trasparenza i dettagli e le progettualità intese in senso largo che si intendono finanziare e mettere in atto sull'attuale sito del Policlinico e sull'area urbana nel quale insiste, a valle di questa chiarezza necessaria e irrinunciabile siamo certi che si troverà un buon accordo anche sui punti che rimangono da verificare dopo il Tavolo di lunedì, perché abbiamo già dimostrato di essere amministratori concreti». «Accordi monchi come quello che era pronto a sottoscrivere Bitonci o come quello proposto l'altro ieri - concludono Giordani e Lorenzoni - non fanno onore a Padova e non sono ricevibili da un'amministrazione che ha a cuore obiettivi concreti e non chimere politiche».
Nicoletta Cozza
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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