PADOVA Giorgia Ferrara, 45 anni, di Vigonza, una laurea in Scienze dell'Educazione

Martedì 9 Marzo 2021
PADOVA Giorgia Ferrara, 45 anni, di Vigonza, una laurea in Scienze dell'Educazione
PADOVA Giorgia Ferrara, 45 anni, di Vigonza, una laurea in Scienze dell'Educazione alle spalle, da 20 anni presta servizio come educatrice nell'asilo nido Lo Scricciolo di Padova.
Che effetto le fa lavorare in mezzo a bimbi e altro personale scolastico in un periodo difficile come questo con l'incubo Covid sempre dietro l'angolo?
«Nell'ultimo anno il nostro lavoro è mutato radicalmente. Cercando sempre e comunque di fornire ai nostri bimbi il meglio sul fronte della formazione, dei giochi e della crescita, abbiamo ristretto i raggi d'azione. La socialità è rallentata, siamo costretti a mantenere i bimbi isolati per sezioni proprio a tutela della loro salute».
Riuscire a far combaciare vita professionale ed affettiva implica sacrifici. Qual è il segreto per riuscire ad essere sempre propositivi?
«Occorre una spiccata capacità organizzativa, evitare di portare a casa le problematiche affrontate sul posto di lavoro e viceversa, iniziare la giornata in servizio senza pensare ad eventuali criticità presenti nella sfera familiare e personale».
I tempi sono cambiati, c'è più emancipazione, ma il ruolo della donna nel mondo del lavoro è ancora oggi un passo indietro rispetto ai colleghi maschi. Perchè?
«I posti di prestigio, a cominciare dalla politica, sono quasi sempre occupati dagli uomini. Ancora oggi paghiamo il problema della maternità che in alcuni rami professionali è vista come un impedimento a fronte di una possibile carriera. Reputo tutto questo assurdo e spero che nel tempo la mentalità possa cambiare radicalmente».
Quanto è importante l'aspetto estetico nella vita professionale di una donna?
«Sicuramente è un valore aggiunto, ma non la priorità. Occorrono i contenuti, le idee e la personalità. Altrimenti alla prima difficoltà crolla il palco e ci si trova senza lavoro. E a quel punto i complimenti non servono a nulla».
Il dramma dei femminicidi. Quale consiglio si sente di dare alle donne?
«Al primo segnale di violenza fisica, ma soprattutto psichica, non esitate a chiedere aiuto. Ci vuole coraggio, ma la prevenzione è alla base per non leggere più fatti di sangue cruenti come purtroppo la realtà ogni giorno ci mette di fronte».
Cesare Arcolini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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