«Ora che chiude, si scoprono tutti lettori appassionati»

Sabato 8 Dicembre 2018
LA DIOCESI
PADOVA La vicenda Messaggero di Sant' Antonio tocca anche il clero diocesano. Se i vertici dell'Ufficio per le comunicazioni sociali preferiscono non commentare, alcuni sacerdoti impegnati sul fronte dei media non si sottraggono a qualche considerazione che analizza la questione, ma che spazia anche oltre.
«Cosa e chi legge oggi?» si chiede con tono un po' provocatorio don Giulio Osto, docente di teologia alla Facoltà del Triveneto e assistente al collegio universitario Gregorianum. La risposta di don Giulio è conseguente: «Sentiamo solo proteste, solo ciò che influisce a livello di interessi economici personali. Che chiuda un mezzo di informazione è pienamente in linea con questo trend. Quando il Messaggero c'era, pochi seguivano la rivista, ora che chiude tutti si scoprono lettori appassionati».
Don Osto aggiunge anche un po' di pepe: «La stessa cosa potrebbe avvenire anche con l' Opera della Provvidenza di Sant' Antonio di Sarmeola, che ha ben 580 dipendenti. La maggior parte delle persone si renderà conto del servizio che svolge solo nel momento in cui dovesse chiudere».
Di «una storia in ogni caso sofferta per le persone e le professionalità coinvolte, a cui va tutta la mia solidarietà, per l'autorevolezza della testata, per le sorti dell'informazione e la stampa cristiana» parla invece don Renato Pilotto, per anni responsabile dei circoli Noi della Diocesi ed esperto in comunicazione, su cui segue alcuni corsi universitari allo Iusve di Mestre, l'università salesiana. «Ci sono stati tanti momenti difficili a Padova - ricorda don Renato - Telechiara, la Radio Diocesana, ma anche emittenti del territorio. Non posso nascondere il mio malessere  per le tante difficoltà con cui convive il mondo della comunicazione, una realtà a cui tengo tantissimo, partendo dal nostro territorio».
Don Pilotto si spinge oltre: «C'è poi il percepito, che si voglia o no: preti, cristiani, predicano bene ma poi... . È assolutamente necessario essere credenti e credibili». E conclude con un auspicio: «Io continuo a sognare una casa comune per la comunicazione e l'editoria cattolica. Non una sola testata, ma un coordinamento o una struttura agile a copertura e sostegno delle migliaia di proposte che ci sono ma che ora non fanno sistema. Ma vedo ancora troppi steccati all'orizzonte».
Nicola Benvenuti
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci