Operazione verde pubblico

Martedì 16 Luglio 2019
I CONTROLLI
PADOVA Belli gli alberi, ma se uno, cadendo, centra una persona a pagare è il Comune. Per questo c'è un monitoraggio continuo, come dice la gestione delle alberature in padovanet. E pure un inventario: siamo gli unici ad averlo insieme ad Oslo. Ma soprattutto, ed è quello che conta per l'amministrazione, avviene una sostituzione costante. Perchè dopo i vent'anni ci vuole, altrimenti potrebbero collassare (piazza Castello 2014) e una volta ci è già scappato il morto. In agosto del 2012 morì un giovane padre romeno in auto, schiacciato da un albero caduto in via Avanzo dopo un grande temporale. Nel febbraio del 2017 con il platano di via Marchesini caduto sulla strada per miracolo non si fece male nessuno. Lo stesso con l'albero di 20 metri caduto nell'asilo nido Il trenino in via Stradivari a marzo del 2018.
Pur essendo Padova una delle città dove c'è maggiore attenzione al patrimonio arboreo, controllare 49mila piante è un'impresa quasi impossibile. Tanto che il 68 per cento (33.501) non sono controllate ma il 10 per cento dei restanti 15.590 esemplari monitorati presenta una condizione che richiede un'azione di controllo costante in quanto è nella classe di propensione al cedimento. In particolare 500 esemplari.
Quindi quasi mai una motosega in azione è frutto di un serial killer della corteccia in azione ma quanto dell'ultima fase di una operazione di ascolto e controllo eseguita da professionisti per evitare guai.
Proprio in questo senso ieri l'assessora Gallani ha richiamato un lavoro già partito ovvero la classificazione del territorio con scala di priorità per gli interventi.
Negli ultimi 10 anni il rischio di caduta di alberi o rami si è concretizzato 73 volte: sono stati 21 gli episodi che hanno interessato l'intera pianta. Per minimizzare tali rischi, il Piano classifica il territorio in zone di rischio -alto, medio, moderato, basso- al fine di poter assegnare diversi gradi di priorità agli interventi e la periodicità dei controlli (ad esempio, nelle zone a rischio alto come giardini scolastici, parchi e piazze molto frequentate i controlli sono annuali, mentre lungo gli argini a basso rischio sono quinquennali).
L' obiettivo primario è quello di ridurre - attraverso l'applicazione di buone pratiche di arboricoltura e azioni correttive - il livello di rischio al valore più basso consentito dagli attuali strumenti tecnici, prevenendo e correggendo i difetti strutturali degli alberi prima che avvengano incidenti alla popolazione o danneggiamenti di beni materiali. Gli alberi, non dimentichiamolo, sono esseri viventi con un ciclo di vita di 80-100 anni quindi la loro sostituzione va programmata.
Il Piano affronta anche il tema della gestione dell'emergenza causata da un evento meteo estremo (vento, neve, tempeste, etc.) in relazione ai suoi effetti sulle alberature. Procedure e protocolli d'intervento sono stati codificati affinché anche in situazioni di estrema concitazione e disagio, il settore Verde possa trovarsi preparato ad affrontare nel migliore dei modi situazioni che, a causa del cambiamento climatico, rischiano di verificarsi sempre più spesso.
M.G.
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