Nuova terapia intensiva: 14 posti a Piove di Sacco

Mercoledì 11 Marzo 2020
Nuova terapia intensiva: 14 posti a Piove di Sacco
GLI INTERVENTI
PIOVE DI SACCO Quattordici posti letto, dieci ordinari e quattro di degenza semintensiva: sono questi i numeri del reparto dedicato alle persone affette da Coronavirus, approntato in pochi giorni all'ospedale Immacolata Concezione di Piove di Sacco, seguendo la normativa e le disposizioni impartite da governo e Regione per far fronte alla temibile e dilagante infezione. L'organizzazione è stata davvero rapida ed è stata facilitata dalla recente ristrutturazione di una parte del terzo piano del monoblocco piovese.
Qui i primi di novembre era stata inaugurata la nuova Unità riabilitativa territoriale (Urt) realizzata con un investimento della Regione di 400 mila euro e dotata di 18 posti letto. La nuova Urt ha il compito di accogliere in riabilitazione funzionale le persone in dimissione ospedaliera per le quali non sarebbe opportuno l'immediato rientro in abitazione, ma nemmeno il ricovero in una struttura residenziale o casa di cura. La struttura ha stanze da due letti attrezzate con ausili per la mobilizzazione del paziente, servizi igienici per persone con disabilità. Oltre alle stanze di degenza è presente anche un locale di accoglienza, un'area comune attrezzata a cucina-refettorio, un locale per le attività infermieristiche, uno studio medico e un ambulatorio per le visite. Tutti gli spazi sono stati evidentemente ripensati opportunamente con un grande lavoro dell'ufficio tecnico dell'Ulss 6 Euganea, che in poco tempo è risuscito a ricavare la zona dedicata alle persone affette da Covid 19, dismettendo ovviamente in via temporanea l' Unità Riabilitativa Territoriale, la struttura intermedia che verrà ripristinata al cessare del periodo di emergenza.
Come detto, dei 14 posti quattro sono di rianimazione semintensiva, dedicati dunque a pazienti che necessitano di ventilazione assistita, uno dei problemi maggiori che il Coronavirus comporta, specialmente in persone affette anche da altre patologie, che se non adeguatamente assistite rischiano il decesso. Intanto nel pomeriggio di ieri dalla Rianimazione piovese è stato trasferito a quella di Padova don Massimo Fasolo, parroco di Conche di Codevigo e Valli di Chioggia: «Tutto si è svolto regolarmente e senza ulteriori complicanze per don Massimo, nella giornata di mercoledì avrò un colloquio con i medici patavini», spiega il fratello del sacerdote.
SCHIAVONIA
Intanto ha riaperto, seppur con attività limitata, l'ospedale di Schiavonia. Sullo sfondo resta sempre l'ipotesi che il polo della Bassa Padovana diventi centro di riferimento per l'intera provincia per i ricoveri dei pazienti affetti da Coronavirus. Lo prevede la Regione in caso di un sostanzioso aumento di ricoveri che non renderebbe più sufficiente i reparti di Malattie Infettive e di Rianimazione dell'ospedale di Padova. «Siamo in emergenza, il ministero della Salute ci ha chiesto di prendere provvedimenti e noi dobbiamo rispondere» ha spiegato lunedì scorso la Lanzarin davanti a 90 sindaci padovani riuniti in prefettura.
Nicola Benvenuti
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