«Nostro figlio Mohamed non ha ucciso Samira»

Venerdì 31 Gennaio 2020
L'INTERVISTA
PADOVA Mohamed Barbri è stato arrestato per l'omicidio della moglie Samira El Attar. Per il giudice che l'ha convalidato, il marocchino non l'avrebbe solo uccisa, ma si sarebbe anche sbarazzato del suo cadavere. I genitori di Mohamed, Fatima e Ibrahim, che vivono a Rabat, credono invece nella sua innocenza. Innocenza che il figlio, chiuso nel carcere di Rovigo dopo la sua fuga in Spagna, continua ad assicurare sia agli altri detenuti che all'avvocato, oltre che agli inquirenti. Per il papà e la mamma di Barbri «lui non ha fatto male a Samira». Anzi. Addirittura «lei è viva».
Ecco l'intervista alla coppia, raggiunta in Marocco, che spiega i motivi della fuga e il carattere del figlio.
Perchè vostro figlio è fuggito dall'Italia?
«Lui è fuggito solo perché molto stressato e pressato da tante persone, dalla suocera Malika e dai giornalisti, ma non ha fatto male a nessuno. Solo non ha retto alla pressione»
Quindi Mohamed non sarebbe stato capace di fare del male a Samira?
«No no no no. Nostro figlio è una bravissima persona ed è impossibile, impensabile che possa aver ucciso la moglie. Se volete venire qui in Marocco, vi porteremmo nei posti dove è cresciuto e se anche una sola persona vi dice una cosa brutta su Mohamed, vengo io (dice il papà, ndr) e mi faccio mettere in carcere e faccio tutto quello che volete. Anche per una sola parola brutta su mio figlio. Lui è una persona perbene. Non avrebbe mai fatto del male a nessuno. Io credo a mio figlio»
Mamma Fatima e papà Ibrahim Barbri Mohamed amava Samira secondo voi?
«Sì, lui amava la moglie. Se non fosse stato innamorato non l'avrebbe sposata e non avrebbe fatto un figlio con lei e non l'avrebbe aiutata ad mettersi in regola con i documenti in Italia e non ha mai detto niente di male sulla moglie. La amava, stava bene con lei»
Avete il sospetto che Samira potrebbe essere scappata e potrebbe quindi essere viva?
«Non possiamo sapere dov'è, in che situazione è. Non sappiamo niente della sua vita passata, che lavoro facesse in Italia prima di conoscere mio figlio, che amicizie aveva. Non sappiamo cosa può aver fatto in passato. Magari lui potrebbe aver fatto qualcosa che l'ha spaventata, forse aveva paura, forse qualcuno l'ha seguita da un altro luogo. La moglie di nostro bisogna cercarla fuori dall'Italia. Nostro figlio è stato arrestato, ma non ci sono prove certe. Devono cercare prima lei. Io sono convinto che sia fuori dall'Italia. E quando la trovano sarà lei a dire la verità».
IN CELLA
Intanto Barbri in carcere, davanti al suo avvocato, piange e si dispera. «Se on posso più vedere mia figlia mi uccido» ha detto a Daniele Pizzi del foro di Milano gli ha spiegato che la sua posizione è gravissima. Il legale ha incontrato per due ore il 41enne. L'obiettivo era quello di renderlo cosciente delle accuse che pendono sul suo capo. «L'ho trovato molto provato - ha spiegato il legale - non tanto dalla condizione carceraria ma dalla situazione in cui è finito. Gli ho fatto capire che potrebbe trascorrere la vita in galera. Lui forse l'ha compreso solo adesso e mi ha detto che piuttosto si toglie la vita perché non vuole vivere senza sua figlia».
Ma su un punto Barbri non cede: proclama ancora una volta la sua innocenza. Ammette che andare in Spagna in quel modo è stato un errore, ma assicura di non avere a che fare con quanto successo a sua moglie. L'avvocato Pizzi: «Sta riflettendo molto. Io gli ho ripetuto che se è stato lui a uccidere Samira deve collaborare nel suo stesso interesse».
Marina Lucchin
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