«Noi in coda, i bambini salutano dai finestrini»

Sabato 31 Ottobre 2020
LA TESTIMONIANZA
DUE CARRARE La coda arriva fino a via Rovigana, una dietro l'altra ci saranno almeno centocinquanta auto. Ore 16.20 di giovedì, sono tutti in attesa del tampone, o del test rapido, al drive in allestito all'entrata del pronto soccorso dell'ex ospedale di Monselice.
C'è mezza Due Carrare in colonna, dato che nei giorni precedenti una maestra di una primaria del paese è stata trovata positiva. Il Servizio di Igiene e sanità pubblica dell'Ulss 6 ha dunque invitato i genitori dei bambini di tre classi a far fare ai loro figli il test rapido. I bimbi sembrano prenderla con filosofia: si salutano dai finestrini delle macchine, guardano incuriositi la fila lunghissima che si staglia davanti a loro. Non si vede nemmeno dove termina.
Nessuno, naturalmente, può uscire dall'abitacolo. E una volta guadagnata la chicane, il percorso è indicato da transenne, non è possibile fare marcia indietro. Qualche mamma si arrischia ad abbassare il finestrino del conducente per tentare di instaurare un dialogo con le altre, a distanza di sicurezza. «Quando terminerà la colonna sarà passata pure l'emergenza coronavirus scherza una di loro Bisogna armarsi di tanta pazienza». Si va avanti di dieci metri ogni dieci minuti, in un continuo stop&go che di certo non fa bene alla qualità dell'aria. «È come con i lockdown dice una signora Chiudono e poi riaprono. E poi richiudono e riaprono».
Verso le 18 le prime mamme di Due Carrare affrontano il tornante a destra, che porta al rettilineo finale: «Finalmente vediamo una luce in fondo al tunnel». In realtà, la tensione sembra salire, perché dall'esito di quel test dipenderanno i prossimi dieci giorni del nucleo famigliare: isolamento fiduciario, senza contatti con l'esterno, o liberi tutti?
Gli addetti dell'Ulss 6, bardati da capo a piedi, si mostrano gentilissimi con i bimbi: «Come ti chiami? Vedrai, faremo in un attimo e non sentirai nulla». E succede proprio così: mentre si fanno raccontare quanti anni hanno o quali sono le loro passioni, eseguono il tampone. Si tratta di un'operazione che dura meno di un minuto, i ragazzini non se ne accorgono neppure. Chi ha la prescrizione per il tampone tradizionale deve stringere i denti un po' di più, poiché le infermiere prelevano dei campioni da entrambe le narici. «È stato fastidioso, ma mio figlio non ha provato alcun dolore racconta una mamma Gli operatori sanitari sono davvero i nostri eroi, non possiamo far altro che ringraziarli per la grande professionalità dimostrata, soprattutto con i più piccoli».
Alle 18.20, due ore dopo, le auto escono, mentre all'ingresso principale la colonna pare non finire mai. Nelle prossime ore agli interessati giungerà un sms da parte dell'Ulss col referto del tampone. In caso di positività si raccomanda di «non uscire di casa e di non andare al lavoro».
Francesco Cavallaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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