Nessun colpevole per la morte di Princes

Domenica 28 Ottobre 2018
L'INCHIESTA
PADOVA A uccidere il 9 novembre dell'anno scorso la 14enne nigeriana Princes Juliana Chisara Mbanali, è stata una tragica fatalità. Si sono concluse le indagini, condotte dal sostituto procuratore Cristina Gava, e alla fine non c'è nessun colpevole per la morte della giovane studentessa. C'era il sospetto, da parte degli inquirenti, che la quattordicenne in un momento della sua esistenza dove si sentiva sola, sia stata vittima di atti di bullismo. Alcuni suoi coetanei la avrebbero in più occasioni schernita per il suo fisico un po' abbondante. Ma gli investigatori hanno sentito i suoi compagni del liceo scientifico Curiel, i professori, i genitori e altri parenti, ma non è emerso nulla riconducibile al decesso della ragazzina. Era la mattina del 26 ottobre scorso quando il padre ha lasciato l'unica figlia a casa da sola: lui si è recato al lavoro e lei gli ha chiesto di non andare a scuola perché non si sentiva bene. Così il papà è uscito dall'abitazione di Largo Rismondo, lasciandosi alle spalle la figlia rimasta sola nell'appartamento dal momento che la madre era tornata in Nigeria per qualche giorno. L'allarme è poi scattato alle 22, quando il papà ha fatto rientro a casa. L'uomo si è accorto subito di qualcosa di strano, perchè la figlia era ancora coricata sul letto. La ragazzina sembrava dormire, ma quando il padre si è avvicinato ha iniziato a urlare. L'operaio nigeriano, arrivato in Italia dall'Africa vent'anni prima, ha capito della gravità della situazione e ha chiamato i soccorsi. In Largo Rismondo è intervenuta un'ambulanza e una pattuglia della polizia. L'adolescente ha preso il kit per l'insulina della mamma diabetica, e probabilmente per errore si è fatta una puntura di insulina. In pochi istanti è entrata in coma. Ricoverata in Pediatria i medici hanno tentato di tutto per salvarla, ma il 9 novembre è morta. Il padre agli inquirenti aveva dichiarato: «Voglio capire cosa sia successo, la mia bambina era a casa da sola, io sono tornato dal lavoro e l'ho trovata lì. Non c'era ragione perchè mia figlia assumesse quel farmaco, non era diabetica come la madre e non aveva altri problemi fisici».
M.A.
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