Navette senza autista, ora scatta il via libera

Venerdì 23 Agosto 2019
LA PROPOSTA
LEGNARO Le aule universitarie dell'Agripolis, i laboratori dell'Istituto Zooprofilattico, il centro di ricerca di fisica nucleare. Tre luoghi in cui i verbi studiare e sperimentare sono all'ordine del giorno. Non è un caso se proprio qui, a Legnaro, ha trovato terreno fertile anche una startup padovana che ha ideato un nuovo mezzo di trasporto capace di catturare l'attenzione di istituzioni e investitori. Massimo Motti, cinquantenne perito elettrotecnico, è infatti l'inventore delle piccole navette pensate per trasportare tre passeggeri (soprattutto persone con difficoltà motorie) aiutandole a coprire distanze brevi su percorsi prestabiliti.
La società padovana si chiama Sem (Smart ecomoving), è stata fondata nel 2016 e ha sede a Padova in via Berchet. Motti aveva illustrato pubblicamente la sua invenzione a marzo, dopo aver depositato un brevetto internazionale. Nelle ultime settimane ci sono stati importanti passi in avanti: il progetto è finito sulla scrivania del sindaco Danieletto, in autunno sarà presentato ufficialmente alla Regione ed entro la fine dell'anno verrà redatto lo studio di fattibilità. «Questo è il primo progetto in Italia di micromobilità sostenibile, inclusiva e predefinita - spiega l'inventore -. Il nostro potrebbe essere un mezzo molto utile per disabili, anziani, donne in gravidanza o ipovedenti. È stato previsto pure lo spazio per salire sul mezzo con la propria carrozzina». Una navetta costa tra i tre e i cinquemila euro. Per realizzare cinquanta navette e un circuito di quattro chilometri potrebbero servire quattro milioni. La startup padovana è a caccia di investitori.
COME FUNZIONA
Le navette ideate dalla Sem hanno la forma di ovetto e sono alimentate a batterie, sfruttando anche i pannelli fotovoltaici posti sul loro piccolo tetto. Si appoggiano su quattro ruote in gomma e si agganciano con un pattino speciale al circuito in alluminio. «Lungo quel percorso - spiega Motti - sarebbe impossibile sia il ribaltamento che il deragliamento».
È stato ipotizzato un circuito chiuso di quattro chilometri che tocca diversi luoghi di Legnaro: Istituto di Fisica Nucleare, Agripolis, Corte Benedettina, chiesa, campo sportivo e municipio. Le postazioni di carico-scarico passeggeri sarebbero a circa 700 metri di distanza l'una dall'altra e per chiamare la navetta basterebbe una app. È prevista una postazione di ricarica all'interno del cortile della palestra o del campo sportivo. Il circuito in alluminio sarebbe composto da una cerniera-lampo che si aprirebbe per 10 millimetri nel momento del passaggio della navetta.
I mezzi sono stati pensati per viaggiare in un'unica direzione, ad una velocità di massimo 15 chilometri orari, con guida assistita, vincolata e priva di conducente. «Non farebbero rumore e sarebbero ecologici - sottolinea con orgoglio l'inventore - visto che non produrrebbero alcuna emissione gassosa».
LO SCOPO
Motti è il Ceo di Sem ed è socio con Valentino Giacobbi, Renzo Marigo e Maurizio Pecorari. L'obiettivo è sperimentare il nuovo mezzo di trasporto a Legnaro per poi affacciarsi su mercati più grandi. «Gli ovetti - osserva Motti - potrebbero essere utili per muoversi all'interno di aeroporti, stazioni, ospedali, centri storici, parchi naturali, poli industriali, mostre o campeggi. Starebbero benissimo all'interno del nuovo ospedale di Padova. Potrebbero essere installate sia per l'uso gratuito o a pagamento».
I PROSSIMI PASSI
Una volta redatto lo studio di fattibilità, il passo successivo sarà la costruzione di un prototipo. «Abbiamo già avuto contatti con un'azienda della Saccisica, una veronese e una emiliana che ci aiuterebbero» spiega Motti. Sono previsti nuovi incontri con l'amministrazione, dopo quello del 18 luglio che aveva portato il sindaco ad annunciare la volontà di «dare sostegno a tutte le iniziative innovative di trasporto ecologico». Ma se arrivassero gli investitori e il progetto prendesse quota, quanto tempo ci vorrebbe per completarlo? «Considerando anche i tempi per le omologazioni e le autorizzazioni direi due o tre anni» risponde Motti. Lui ci crede davvero: «La nostra non sarà una giostra. Sarà un vero mezzo di trasporto».
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci